#BIODATE/LETTERARIE - Emily Dickinson

Contributi raccolti per

Le ricorrenze della data di nascita o morte di vari scrittori e filosofi - che verranno indicati con largo anticipo sotto questo hashtag (#BIODATE/LETTERARIE) - sono uno splendido pretesto per proporre un testo poetico. Il tutto mira non a un fine "didascalico" o, peggio ancora, riassuntivo del pensiero dell'autore considerato di volta in volta, ma l'innesco per esprimere poeticamente un'opera in versi che parta da quella sollecitazione iniziale.

Nel 191° anniversario della nascita di Emily Dickinson
10 dicembre 1830 – 15 maggio 1886

 

Contributo di Enzo Santese

All’essenza

Insegui la speranza e ti fermi
al margine di baratri fondi
sono giorni privi di abbracci
quando in orizzonti lontani
brillano fuochi distruttivi
Nel cammino a ritroso in cerca
di passato gradito alla memoria
torna agli occhi il tempo
segnato dai colpi della sorte.

Le scorciatoie portano lontano
dalla verità dei nessi tra cose
persone, bellezze aperte e celate
il percorso disagevole è fatto
per andare di getto all’essenza
che preme il giorno e la notte
e li illumina di sensi scritti in
respiri lunghi di corse in affanno
per dire che il moto e il fiato
sono vita che va e si consuma.


Contributo di Lucia Guidorizzi
Viaggiando insieme fino al mattino
Quando inoltrato si fa il viaggio
E filtra Aurora tra le inferriate
Della Notte
Si delinea Presenza
Di chi ha camminato al nostro fianco
Silenzioso e concorde
Per quel buio tratto di strada
Siamo giunti insieme
A Oriente del mattino
Senza dire parole
Per quanto già sapevamo
Quando stringiamo tra de dita
Quel talismano violetto
Che placa la nostra sete
Senza che il sonno ci vinca
Quando vigili portiamo in noi
Quel prisma di luce e di attesa
Che non ci tradirà
Somigliamo un poco agli dei
Che felici e distanti
Dai loro troni d’ametista
Governano le eclissi e le maree
Senza soggiacere al mutamento


Contributo di Silvia Favaretto
E Giacobbe venne sconfitto
Lascia che ti aiuti ad allacciare la veste bianca,
Emily, sai che sarà più comodo se ti aiuto,
non devi dire nulla, sono paga della tua calligrafia.
Ti ho portato delle violette
Dal giardino di fronte.
So che lì non vai, la signora Aschers fa troppe domande
E ti scruta con occhi immondi che ti sporcano il vestito,
ma i fiori sono belli, guardali,
e sembra che abbiano il tuo profumo.
Non affannarti, non serve che tu faccia altro,
mantieni il tuo niveo rigore, sei come
una immacolata cartina tornasole
per tutte le nostre sguaiate debolezze
tu piccolo pettirosso feroce
casta fiera dell’imprevedibile.