"Mi piace pensare che, di fronte ad una mia opera, il suo possessore abbia l'opportunità di specchiarsi su di essa alla ricerca di elementi nuovi che crescono con lui, perché l'animo umano è in continua evoluzione".
Michele Fiocco, veronese classe 1964, dipinge da più di trent’anni partendo dalla grafica pubblicitaria, di lui suscita profondo interesse la qualità del grafismo ricercato ed essenziale al tempo stesso, un cromatismo espressivo, che indaga un mondo onirico e ludico abitato da “cavalli pensanti”. Dal 2010 Fiocco dedica la sua vita all’arte e per esprimere la sua interiorità si serve di tecniche e materiali svariati: smalti, terre, tempere, olio, collage, ceramica. La juta è uno dei supporti preferiti dall’artista, che prima di dipingervi la prepara con fondi a base di gesso, data la grande capacità assorbente di questo materiale. L’artista spesso predilige i grandi formati per consentire ai soggetti di espandersi e conquistare lo spazio.
Le prove pittoriche iniziali sono state nature morte, per approdare in seguito al soggetto, che in molteplici contesti cromatici, assurge a indiscusso protagonista delle sue creazioni: il cavallo. L’elemento cavallo, attraverso le opere di Fiocco e la sintesi grafica personale, recupera i retaggi ceramografici greci, tipici del VII secolo a.C., rimandando anche a leggende corinzie sempre attuali.
Un viaggio attraverso le opere di Michele Fiocco è un continuo fluttuare individuale in un universo fantastico ed enigmatico, che celebra immagini di una infanzia perenne, evocativa di un Dadaismo grafico ed echi di arte informale. La ricerca di un equilibrio tramite la rinnovata linea grafica, protagonista indiscussa, si sposa talvolta anche con un cromatismo di marca espressionista.
L’artista parte dagli studi di Marino Marini, da lui si lascia ispirare per l’analisi formale dell’animale, poi si mette alla prova anche nella lavorazione della terracotta con lo stesso soggetto. Nella resa bidimensionale e tridimensionale, offerta dalla terracotta, l’artista conserva il suo stile inconfondibile, sottolineando l’interesse per ciò che è materia.
Cavalli pensanti, alberi pensanti, sagome pensanti, sottendono una volontà di avvicinarci ad una natura troppo spesso svalutata del ruolo fondante, ma anche della capacità evocativa ed onirica, cui l’uomo dovrebbe fare più spesso riferimento, per leggere oltre il visibile. Le opere conducono il fruitore in un mondo in cui la sensibilità è amplificata ed alimenta la fantasia individuale; spesso i cavalli raffigurati sono arricchiti da occhiali, un attributo obsoleto che consente, a seconda di chi guarda, di scegliere una chiave di lettura propria e sempre nuova. L’artista muove dalla necessità di offrire ad ognuno la possibilità di vedere nelle sue creazioni ciò che la personale sensibilità gli consente.
Le ultime sperimentazioni digitali definite “Animazioni pensanti”, si muovono in questa direzione. Si tratta di video che documentano progressivamente la creazione di un’opera, dalla progettazione grafica, alla stesura dei colori fino alla resa finale. Fiocco in un certo senso invita e sfida l’osservatore a pensare con lui l’atto creativo e nel contempo ad immaginare soluzioni altre dalle sue. Le “Animazioni pensanti” restituiscono soli pochi minuti performanti, ma in realtà sono frutto di un lavoro elaborato di revisione, rispetto al quale l’artista sceglie di montare solo i passaggi salienti, che danno luogo al video definitivo.
Alcuni elementi rappresentati attingono all’universo ludico, il cuore delle carte da gioco, la torre degli scacchi ed i cavalli a dondolo, immettendoci ed ammettendoci in un mondo “altro” già retaggio dei racconti di Lewis Carroll. Anche l’elemento albero si impone spesso sulle tele di Michele Fiocco, in uno spazio di fatto di colore che egli definisce “tempeste”, talvolta assumendo proporzioni inattese e semplificazioni grafiche riducendolo ad architettura essenziale, a forma-simbolo, esattamente come accade per il cavallo. La ricerca formale di questo artista si basa su una spontaneità di idee che non sempre trova riferimenti artistici ed esemplificazioni teoriche razionali. Le opere si configurano sempre come narrazione, in cui ciò che varia è il ritmo narrativo, a volte serrato altre libero, per dare spazio ai colori del fondo sapientemente dosati e protagonisti assoluti. Il gioco a cui ci invita Michele Fiocco si fa interprete di un universo surreale, in cui l’attore principale diventa l’osservatore che è fautore della narrazione e può creare con e grazie all’artista.
a cura del Prof. Filargino Frusciante