È atteso il ritorno di Myung-Whun Chung al Teatro alla Scala, il prossimo lunedì 13 marzo alle ore 20, con la Sinfonia in si minore Incompiuta D 759 di Franz Schubert e la Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98 di Johannes Brahms. Sono passati quasi trentacinque anni da quando, nel 1989, è salito per la prima volta sul podio scaligero per dirigere Musorgskij, Šostakovič e il concerto per violino di Čajkovskij con Salvatore Accardo, inaugurando una collaborazione tra le più feconde della storia dell’orchestra. Sono più di cento i concerti condivisi all’estero – dalla tournée in Asia nel 2008 a quella in Spagna negli anni ’90 – e al Teatro alla Scala, dove ha diretto memorabili esecuzioni di un repertorio molto ampio, dal Sacre di Stravinskij ai lavori sinfonici di Messiaen e Berlioz. Dopo il percorso mahleriano intrapreso nell’ultimo decennio, Chung torna alla origini della relazione con la Filarmonica degli anni ’90 e alla rilettura di due degli autori più amati. Ugualmente celebri e molto eseguite, l’Incompiuta di Schubert e la Quarta Sinfonia di Brahms sono esempi assoluti del confronto dei loro creatori con la forma della sinfonia, così rinata e rinnovata: Schubert ne fa un vagare tra melodie attirate da un centro mai raggiunto, una ricerca senza meta la cui conclusione più naturale è non averne affatto, come accade nell’Incompiuta; Brahms inanella costruzioni che salgono fino al cielo, ancora più alte per la Quarta, e ultima, suggello della sua arte sinfonica e musicale. Scrive Giovanni Gavazzeni nelle note di sala: «Accostare all’Incompiuta di Schubert la Quarta sinfonia di Brahms è quanto di più pertinente si possa immaginare, come testimonia l’opera di revisione delle opere di Schubert e l’esecuzione di brani cameristici a cui Brahms partecipò in prima persona. Tra l’altro nella collezione privata di Brahms, […] c’erano reliquie schubertiane (abbozzi del Trio in mi bemolle maggiore, del movimento del Quartetto in do minore e il lied Der Wanderer und der Hirt). Brahms visse dunque da protagonista la scoperta postuma delle opere di Schubert, scoppiata a partire dal 1839 con l’esecuzione della Sinfonia Grande che Schumann affidò alla direzione di Felix Mendelssohn. Un’ammirazione che accomunava compositori di “campi” avversi come appunto Brahms e Franz Liszt, sublime e non dimenticabile trascrittore per pianoforte di tanti Lieder».