Simone ci racconti di Lei, chi è Simone Arrighi come persona?Sono nato a Lucca il 15 luglio del 1975 e cresco con la passione per il cinema e la televisione. Sono una persona molto tranquilla, creativa, coi piedi per terra, ma coltivo sempre l’anima del sognatore. Col tempo e con la maturità ho imparato che la sincerità, l'onestà e l'umiltà sono tra i valori più importanti.Come nasce la sua passione per la regia.Dopo aver studiato recitazione a Roma mi sono avvicinato alla fotografia e allo studio della luce. Questo mi ha dato la spinta per iniziare a scrivere soggetti e sceneggiature, trasformando, da autodidatta, le mie idee in immagini. I personaggi, i movimenti, le location delle mie storie erano così reali nella mia testa che trasformarli sullo schermo è venuto spontaneo.Lo scorso giugno ha vinto vari premi al festival CineCi’ CortiCulturalClassic 2022 per il cortometraggio “La giostra ”, un corto autobiografico sulla malattia di Alzheimer. Come mai questa scelta di raccontare un suo spaccato di vita così doloroso?Vincere è stata una forte emozione inaspettata, in questo caso lo è stato ancora di più. Vedere premiati i propri attori protagonisti, per un regista emergente, è una doppia vittoria e vuol dire che la scelta è stata giusta. Inoltre essere premiato per un cortometraggio così personale e importante per me è stato ancora pù emozionante. Mettere in scena un pezzo di esperienza privata non è stato facile, perché sono una persona molto riservata che non ama piangersi addosso e spiattellare in giro il proprio privato. ma è stata una forte esigenza interiore farlo, forse volevo esorcizzare il dolore, era necessario per distaccarmene un po’. E’ come una terapia. Volevo raccontare il dolore che provavo e che tutt’ oggi provo per buttarlo fuori ed esprimerlo con la creatività del cinema per renderlo più ”leggero”. L’Alzheimer è una malattia subdola, molto più diffusa di quanto si pensi e che ha poche cure certe. Ho voluto raccontare quell’aspetto del morbo che spinge i malati a scappare di casa perché non riconoscono più il proprio presente, mostrando le conseguenze della malattia sulle persone affette e soprattutto su chi le assiste quotidianamente in famiglia. Il cinema può unire le persone che si riconoscono nel soggetto e sensibilizzare.Quali sono i registi dai quali si sente maggiormente influenzato o da cui trae ispirazione? Non credo di ispirarrmi a qualcuno in particolare. Io mi faccio ispirare dalle idee, dalle facce delle persone, dalle storie. Posso dire di amare il thriller e l'Horror in particolare, mia madre andava al cinema a vedere i film di Dario Argento quando aveva me in grembo e forse lei mi ha trasmesso questa passione. Mi piace il cinema di Pupi Avati e dei fratelli D’Innocenzo, di Lars Von Trier.Come regista quali sono gli attori che ha diretto ed ha sentito più vicino alla sua sensibilità.Tutti i protagonisti dei miei 4 cortometraggi, nei loro personaggi, hanno lasciato una forte traccia dentro di me. Il protagonista è il cardine del film, sceglierlo è sempre una forte responsabilità per un regista. Vincere con Giordano Petri e con Maria Cristina Valentini come migliori attori per “La giostra “ il corto dedicato all’Alzheimer di mia mamma, mi rende ancora più felice e orgoglioso.I rapporti con la sua città NataleSono molto attaccato a Lucca, ci sono nato e cresciuto. Quando l’ ho abbandonata per vivere undici anni a Roma è stato traumatico ma ho sempre mantenuto le vecchie amicizie, le abitudini e la capitale non mi ha fatto mai sentire amato a fondo come la mia vera città. Lucca è di una bellezza indescrivibile, è una città a misura d’uomo ed è stato emozionante ambientarci i miei ultimi due cortometraggi come regista. Mi piacerebbe che il cinema la valorizzasse di più usandola come location.Il lavoro al tempo del “coronavirus” come hanno risposto gli artisti a questa emergenza virale ed umanitaria che ha colpito il mondo e come pensate di rientrare in campo viste le problematiche che sta affrontando il mondo del cinema in generale.È stato un duro colpo per tutte le categorie ma per i lavoratori dello spettacolo in particolare. il lavoro dell'artista è già precario in se per se, stare fermi per tanto tempo è stato massacrante per molti. Lo spettacolo è un settore che prevede un lavoro di gruppo e dove il pubblico è fondamentale, purtroppo il COVID ha proibito gli assembramenti facendo tanti danni e favorendo la diffusione delle piattaforme digitali. Le sale cinematografiche stanno soffrendo tutt'ora, il pubblico è diminuito e spero che si possa riscoprire la magia del cinema e che con la forza e la passione di chi lo crea si possa tornare più forti di prima.E Cosa pensi del mondo della Rete intesa come social o webseries? Secondo te La Rete sarà la strada del futuro per il cinema?Io sono vecchio stampo, la sala cinematografica è sempre un qualcosa di unico, coi suoi odori, la sua atmosfera particolare e magica. I social e la rete sono mezzi più diretti e più facili per raggiungere tantissimi utenti e sono il futuro, soprattutto tra i più giovani. Dobbiamo quindi stare al passo coi tempi accettando i cambiamenti. Le persone si sono impigrite e si sono abituate ad avere la possibilità di scegliere tra moltissimi prodotti presenti sul web comodamente seduti sul loro divano. Capisco che la scelta è molto ampia e che è più comodo e più econimico come mezzo di visione. Non è proprio bellissimo, ma sono scelte. Purtroppo i social avvicinano le persone ma al tempo stesso allontanano, viviamo sempre di corsa, non si fanno più chiamate, organizzare anche una semplice cena tra amici è sempre più difficile. Ora tutto viaggia attraverso messaggi, like e la luce di uno schermo mobile.
I suoi prossimi impegni.Finito un lavoro devo subito pensare al prossimo, mi basta un idea, avere la mente occupata. Dopo "La giostra", a distanza di nemmeno un anno, ho girato, di nuovo a Lucca, un cortometraggio che si intitola “Ricordati di sorridere sempre “, Dopo il corto autobiografico sull’Alzheimer sentivo la necessità di tornare subito sul set con una storia di fantasia trattando il thriller psicologico. È la storia di un giovane fotografo, interpretato dal talentuoso attore lucchese Niccolò Belli, che cerca ragazze da fotografare per un suo progetto molto personale. Ci saranno dei colpi di scena che scaveranno nel passato del protagonista, portando alla luce una scia di sangue ben nascosta in una villa abbandonata, set dei suoi scatti fotografici… Al momento siamo in post produzione per poi prendere la via della distribuzione festivaliera nel 2023.