Vincenzo ci racconti di Lei, chi è Vincenzo Coti come persona?
Sono una persona ordinaria, qualcuno potrebbe trovarmi noioso e prevedibile non avendo mai fatto nulla di strano o azzardato nella mia vita, ma sono anche un uomo fortunato, sono sposato con una donna meravigliosa e ho due splendidi figli. Di lavoro faccio il fisioterapista, è un lavoro che amo perché mi permette di entrare in stretto contatto con le persone e poterle aiutare. Pur non avendo molto tempo libero a disposizione ho molte passioni, amo la fotografia, viaggiare, ho una moto, una Harley Davidson da più di 20 anni, con cui ho girato l’Italia e qualche volta mi sono spostato anche oltre. Mi sarebbe piaciuto essere un pittore, chi mi conosce dice che sono molto bravo, le mani della copertina del mio romanzo le ho disegnate io, chissà forse sarà il mio prossimo traguardo.
Come nasce la sua passione per la scrittura?
In realtà la mia passione per la scrittura è nata da sola, senza che me ne rendessi conto. E’ stata una esigenza, impellente.
Quali sono gli scrittori dai quali si sente maggiormente influenzato o da cui trae ispirazione?
Sicuramente il mio libro è stato influenzato dai romanzi di Elena Ferrante e da Erri De Luca.
Come scrittore emergente ha dato vita alla sua prima opera “Eravamo solo noi” , chi sono i personaggi che ha portato in scena nel libro.
I personaggi sono ispirati a persone realmente esistite, gli stessi protagonisti sono i miei genitori. Gli aneddoti delle loro vite sono stati i tasselli su cui la storia ha preso forma.
Si ha l’impressione leggendo questo romanzo che vi è quasi un esercizio terapeutico per elaborare un lutto….
Indubbiamente scrivere questo libro è stato per me terapeutico, ho cominciato pochi giorni dopo la scomparsa di madre. In quel periodo soffrivo di insonnia, la scrittura ha dato ordine ai miei pensieri, avevo paura che il tempo cancellasse o rendesse meno nitidi i ricordi che avevo di mia madre. Mentre scrivevo però ho sentito il bisogno di comprendere cosa avessero provato i personaggi nel vivere gli eventi che mi accingevo a scrivere, e attraverso il "filtro" dell'empatia la storia ha iniziato a prendere forma, diventando qualcosa di più di una semplice annotazione di aneddoti.
E la seconda impressione che in questo romanzo si percepisce tutto il suo amore per Nola e per la festa dei Gigli…
Della festa dei Gigli amo il giorno della ballata, il fervente trasporto religioso, la potenza dell'imponente macchina da festa che viene portata a spalla dai cullatori, esercita su di me un richiamo atavico. La festa dei Gigli nel romanzo fa da sfondo ad alcuni episodi della storia di uno dei protagonisti ed è parte integrante del territorio che sono andato a raccontare.
la terza impressione è che trovo attuale questo romanzo in riferimento agli avvenimenti bellici che lei ha raccontato un bel messaggio per dire che la guerra non porta a nulla….
La guerra è sempre stata un inutile spreco di tempo, di vite e di risorse, non solo porta distruzione nell'immediato ma toglie alle popolazioni anche la speranza del futuro. I due protagonisti perdendo i propri genitori sono stati privati della possibilità di avere una infanzia felice, un'opportunità che non puó essere recuperata, ciononostante, anche se con modalità diverse, non hanno mai perso di vista l'importanza della felicità e della dignità, questo ha permesso loro di mantenere la forza di costruire il proprio futuro.
Quindi la si può definire a pieno titolo scrittore e come concilia questo ruolo con il suo lavoro di fisioterapista.
Essere definito a pieno titolo uno scrittore mi lusinga, spero in futuro di riuscire a mettere per iscritto un altro paio di storie che mi frullano nella testa. Il mio lavoro di fisioterapista e ruolo di genitore non mi lasciano molto tempo, se sarà il tempo per scrivere dovrò rubarlo alle ore di sonno.
Preferisce gli autori classici o contemporanei?
Preferisco gli autori che mi regalano delle belle emozioni, indipendentemente da che siano classici o contemporanei. Alexandre Dumas e Victor Hugo mi hanno emozionato allo stesso modo di Toni Morrison e Ken Follet.
Che messaggio e che possibilità dà oggi il mondo della scrittura ai giovani autori in un settore in crisi e in perenne cambiamento ormai assorbito dalla rete? C’è spazio in Italia per giovani scrittori talentuosi?
Vedo mio malgrado molte persone non approcciarsi alla lettura ed essere anche orgogliosi di ciò, sinceramente mi vergognerei ad ammettere pubblicamente di non leggere perché troppo impegnato a passare il mio tempo libero sui social. La lettura è fondamentale per la crescita emotiva e culturale nei giovani, mi auguro che la scuola sappia incentivare questa passione. Purtroppo noi in Italia siamo sempre il fanalino di coda d’Europa per numero di lettori, ma io sono sempre stato un idealista, credo che il settore, anche se meno remunerativo di quello degli influencer e dei blogger, vada sempre protetto e incentivato
Il rapporto con la sua città Natale.
Con la mia terra ho un rapporto molto conflittuale, una parte di me avrebbe desiderato appena finito l’università scappare via e vivere in altri mille luoghi. ma i forti legami familiari e affettivi mi hanno spinto a restare.
I suoi progetti futuri.
Tante persone che hanno letto il mio romanzo, anche professori di lettere e amici che fanno teatro, mi hanno detto che la storia si presterebbe bene ad una trasposizione cinematografica o ad una serie per la televisione, perciò il mio progetto futuro è trovare un produttore che abbracci questa idea e mi aiuti a realizzarla.