Gabriella ci racconti di Lei, chi è Gabriella Colecchia come persona?Una persona solare, tenace, vera, napoletana doc. Odio i compromessi e le falsità. Sul lavoro sono perfezionista e zelante, a volte rompiscatole, se mi metto in testa una cosa è difficile farmi cambiare idea… a volte capita … ma è rarissimo. Cerco sempre di instaurare un buon rapporto con i colleghi e credo molto nel lavoro di gruppo, mi piace vedere gli altri che stanno bene e che sono felici mentre si crea lo spettacolo. Come nasce la sua passione per il canto lirico?Da bambina ero nel coro di voci bianche i Pueri Cantores di Santa Chiara, il coro adottivo del Teatro San Carlo. Ho partecipato a parecchie produzioni tra cui “Carmen” di Bizet per la regia di Lina Wertmüller, mi ha letteralmente stravolta, e credo che abbia lasciato un segno sul modo di percepire la scena. Dopo questa produzione ho deciso che volevo trascorrere quanto più tempo possibile sul palco. Immediatamente mi sono impegnata per perseguire il mio scopo, entrando al Conservatorio di Musica San Pietro a Majella di Napoli dove mi sono diplomata in Canto, Canto e Coralità e Musica Vocale da Camera. Successivamente mi sono specializzata all’Accademia Rossiniana di Pesaro diretta da Alberto Zedda. Lei giovanissima si pone all’attenzione internazionale vincendo prestigiosi concorsi come il “Pavarotti International Voice Competition” di Philadelphia, debuttando al suo fianco, ed il “Toti dal Monte” di Treviso. Cosa ricorda di quell’esperienza...Due esperienze meravigliose e fondamentali nella mia carriera. Con Pavarotti è stato un incontro da film: accompagno un collega di studi del Conservatorio ad un’audizione a Teatro San Carlo e mi trovo anch’io sul palco. In un primo momento LUI mi prende un po’ in giro dicendo che ero una “pivellina” e che a quell’ora i bambini generalmente dormono, poi dopo che ho cantato “Habanera” dalla Carmen di Bizet, mi guarda ammirato dicendomi un BRAVA che ancora riecheggia nelle mie orecchie. In realtà io senza saperlo avevo sostenuto un’audizione che sarebbe valsa la preselezione del suo CONCORSO. Ci furono poi molte altre selezioni in Italia e l’ultima tranches in America dove a Philadelphia sono risultata vincitrice del V PAVAROTTI INTERNATIONAL VOICE COMPETITION . Wow! Ci ho messo un po’ di tempo a rendermene conto. Cantare col Maestro all’Academy of Music di Philadelphia e studiare con lui è stato un grande privilegio, i suoi insegnamenti, soprattutto il lavoro sul fiato è stato determinante nella mia gestione vocale, ed anche dal punto di vista professionale, entrando nella sua scuderia di giovani. Inoltre assieme a Claudio Abbado mi ha assegnato una borsa di studio nell’ambito di Ferrara Musica – PREMIO AMADEUS.L’altro concorso internazionale il XXVIII TOTI DAL MONTE al Comunale di Treviso finalizzato alla messa in scena de “Il matrimonio segreto” di Cimarosa , che prevedeva un periodo di studio e preparazione alla “Bottega” diretta da Peter Maag con la grande Regina Resnik. È stato un momento di grande condivisione col cast che ebbe davvero un bel successo. Due esperienze molto formative che mi hanno dato uno slancio imprescindibile, instaurando connessioni e collaborazioni importanti, approdando su palcoscenici prestigiosi come come il Teatro San Carlo di Napoli, Teatro Filarmonico di Verona, Teatro Massimo di Palermo, Teatro Regio di Parma – Festival Verdiano, Teatro Carlo Felice di Genova, Teatro Lirico di Cagliari, Teatro Olimpico di Vicenza (Patrimonio Unesco), Macerata Opera Festival, Rossini Opera Festival di Pesaro, Teatro Massimo Bellini di Catania, Teatro Real di Madrid, Amsterdam Concertgebow, Dresden Semperoper, Opera di Montecarlo, Calouste Gulbenkian Foundation di Lisbona, Wexford Opera Festival, Philadelphia Opera Company, Bunka Kaikan di Tokyo; e registrando per etichette come Opera Rara, Bongiovanni, Fonè, Dynamic, Ermitage.Ci descriva il suo giorno lavorativo perfetto…Il lavoro che amo di più è quello sulla voce, quindi anche quando non ho date impellenti mi tengo sempre in allenamento. Dopo le abluzioni mattutine comincio il mio training, irrinunciabile come la colazione. È importante il lavoro sul fiato e sul corpo, oserei dire un’esigenza psicofisica. Non è qualcosa che mi impongo, ma un piacere, il mio momento di propriocezione profonda. Noi siamo il canto, è difficile per me separare il canto dalla persona, è un tutt’uno. Quindi: ogni giorno è un giorno perfetto no? Se RESPIRIAMO forse si…Quali sono gli artisti dalla quale si sente maggiormente influenzata o da cui trae ispirazione?Prima ne ho nominati due Pavarotti e Resnik, ma generalmente cerco di farmi influenzare da tutta la musica, per me è un linguaggio trasversale. Non esistono ghettizzazioni di genere, se la musica è bella è bella tutta, altrimenti ciccia…dobbiamo farci influenzare un po’ da tutto secondo me, assaggiare e scegliere quello che più ci piace e poi scekerare ben bene … et voilà, questo siamo noi! Ho fatto sempre così, la curiosità è la prima cosa nella vita, tolta quella non vale la pena… questa mia caratteristica mi ha fatto avvicinare anche a generi diversi, crossover e più recentemente anche alla prosa. Come mezzosoprano quali sono i personaggi a cui ha dato vita ed ed ha sentito più vicino alla sua sensibilità artistica?Sicuramente CARMEN e AMNERIS. Due donne volitive e manipolatrici, ma con due accezioni diverse la prima il potere sessuale e la seconda il potere politico. Entrambe vittime delle loro stesse scelte, un po’ come la donna moderna che crede di essere libera ma che in realtà subisce le conseguenze delle sue azioni. Che messaggio e che possibilità dà oggi il mondo dell’arte ai giovani artisti in un settore particolare e in perenne cambiamento come il teatro lirico, cinema e la televisione ormai assorbite dalla rete? C’è spazio in Italia per giovani artisti talentuosi ?Secondo me per il talento c’è sempre spazio, se c’è prima o poi riuscirà a “spaccare” , l’importante è riconoscerlo e soprattutto avere la costanza e la perseveranza cose che purtroppo i giovani oggi non hanno sempre. Il Maestro dovrebbe fare proprio questo , l’arte della maieutica era proprio la ricerca della verità, aiutare l’allievo a partorire il proprio talento. Tutti abbiamo un talento e per me la vita è proprio questo: scoprire il proprio talento, la verità.Il rapporto con la sua città natale..Napoli. Amore e Odio. Non sono mai riuscita a lasciarla, è una filosofia di vita, il grembo materno, una madre bellissima da impazzire e abusata, ma che cammina sempre a testa alta. Credo ancora nei napoletani nonostante tutto… hanno incredibili risorse, per non parlare del cibo che per me viene immediatamente dopo la musica…ehm … o contemporaneamente?
Il lavoro al tempo del “coronavirus” come stanno rispondendo gli artisti a questa emergenza virale ed umanitaria che ha colpito l’Italia e il mondo e come pensate di rientrare in campo viste le problematiche che sta affrontando il mondo della cultura in generale.L’artista e l’arte dovrebbero recuperare una funzione sociale, centrale nella nostra vita. Invece è troppo spesso considerata una merce di scambio in balia delle più aspre regole di mercato. Il coronavirus ha evidenziato gli individualismi io invece credo ancora che assieme, in un gruppo coeso si può ancora scardinare il sistema…ma non so se siamo ancora pronti… vedremo I suoi prossimi progetti.In questi tempi tremendi, un po’ di scaramanzia ci sta…