Stasera 14.12.2021 Sala Assoli vico Lungo Teatro Nuovo 110, info e biglietteria 3454679142
Party Girl di Francesco Marilungo rassegna di danza KORPERFORMER con il contributo di MiC – Ministero della Cultura e Regione Campania - progetto vincitore del Premio Prospettiva Danza Teatro 2020 - progetto vincitore di Cross Award 2020durata 50 minutiUna riflessione sul processo di oggettivazione del corpo femminile e sulle dinamiche di potere spesso associate al mercato del sesso. Un viaggio nel femminile attraverso quella figura che da sempre ne incarna gli stereotipi di genere, la sexworker.Una danza minimale, un alfabeto stilizzato, rallentato, sospeso. Da un punto di vista più strettamente coreografico, la ricerca sul movimento ha trovato espressione nell’individuazione di qualità che potessero rappresentare metaforicamente il processo di oggettivazione del corpo femminile.A partire da posture e movimenti capaci di innescare il desiderio nell’immaginario collettivo, le tre danzatrici costruiscono una danza minimale, un alfabeto stilizzato, rallentato, sospeso.La componente sensuale ed erotica viene completamente annullata da un corpo che man mano perde vita, si fa oggetto, manichino. Il processo di oggettivazione acuito da una voce fuori campo, che attraverso comandi impartiti alle danzatrici, modella in tempo reale la struttura della performance.L’apparente rapporto di dominio di fatto una relazione molto più articolata, ambivalente, così come ambivalente la relazione cliente-sexworker. “Non c’è un’unica fonte di potere nella prostituzione, questa può essere appropriata e mantenuta dal cliente o dalla prostituta”. La dialettica di assoggettamento e soggettivazione sottile, mobile. Lo sguardo delle danzatrici riporta ad una dimensione intima, alla dimensione di una performance one to one in cui il pubblico viene posto in uno stato quasi voyeuristico.Lo sguardo della spogliarellista, della hooker, che solitamente si protende verso l’esterno per rivolgersi e arrestare il cliente con l’ambizione di un guadagno monetario, in Party Girl si connota di una sfumatura intimista ed apre le porte verso un mondo interiore, umano, che si contrappone all’apparente disumanizzazione che il corpo sta subendo. In scena tre televisori: reperti abbandonati che trasmettono video di paesaggi, strade, night club, appartamenti privati, luoghi di frontiera in cui tutto ciò che non è ‘lecito’ può trovare spazio.Ph Luca Del Pia