Andrea ci racconti di Lei, chi è Andrea Verticchio come persona?Andrea è sempre stato un bambino che non vedeva l’ora di diventar grande. Invece, sta imparando, pianpiano, a non andare di fretta e a godersi il presente che, soprattutto in questo periodo, è decisamente ricco di emozioni. È una persona tanto solare quanto impulsiva, metodica e sbadata allo stesso tempo.In due parole? Dannatamente curiosa.
Come nasce la sua passione per la recitazione?Avevo sei anni, e dovevo decidere un corso extrascolastico obbligatorio tra scultura, pittura e teatro: avrei voluto farli tutti e tre, motivo per cui non sapevo quale scegliere... poi ho pensato “se facessi l’attore potrei farli tutti e tre!”
Quali sono gli artisti dai quali si sente maggiormente influenzato o da cui trae ispirazione?Mi piace poter ispirarmi e ‘rubare’ da qualsiasi persona che incontro, artista o meno che sia: è fondamentale, per me, riuscire a infondere ai personaggi che ho la fortuna di interpretare quella naturalezza vitale propria delle persone reali; e quanto più distanti sono dal tuo modo di essere, tanto più è interessante poterci lavorare. In fondo, credo che la bellezza della recitazione risieda proprio in questo: fare quello che non avresti mai pensato di fare.
Lei ha debuttato lo scorso mese con lo spettacolo teatrale “ In casa con Claude “ diretto dal regista Giuseppe Bucci, insieme all’attore Carlo Di Maio, un ruolo forte, intenso, drammatico che ha commosso il pubblico e soprattutto ha entusiasmato la critica… Come ne esce fuori da questa esperienza..Svuotato ma felice. È difficile riporre per l’ultima volta i vestiti di scena sulla stampella, ed è proprio inquel momento che realizzi quanto un determinato personaggio possa essertisi attaccato addosso. È undistacco difficile, ma appagante: gli presti il corpo e ti rendi conto che ti ha gonfiato il cuore.
Che messaggio e che possibilità dà oggi il mondo dell’arte ai giovani artisti in un settore particolare e in perenne cambiamento come il teatro, cinema e la televisione ormai assorbite dalla rete? C’è spazio in Italia per giovani artisti talentuosi ?C’è spazio e, soprattutto, c’è tanto talento. Serve solo criterio nell’incanalare quel talento negli spazi giusti.
Il rapporto con la sua città Natale .Conosco molti coetanei che, per questo lavoro, hanno attraversato l’Italia per avere le opportunità che una città come Roma può offrire: sacrifici, tempo e soldi che si aggiungono agli altrettanti necessari allo studio. Mi sento molto fortunato.
Il lavoro al tempo del “coronavirus” come stanno rispondendo gli artisti a questa emergenza viraleed umanitaria che ha colpito l’Italia e il mondo e come pensate di rientrare in campo viste leproblematiche che sta affrontando il mondo della cultura in generale.Il settore teatrale e cinetelevisivo ha ricevuto durante l’anno passato diversi sostegni in ambito economico ma poco in termini di aiuti pragmatici alla sua ripresa, rallentando ulteriormente il graduale ritorno in auge che spero si stabilizzi, se non cresca, il prima possibile. In ogni caso, credo che il periodo più difficile sia passato: adesso serve solo rimboccarsi le maniche.
I suoi prossimi impegni.Tra qualche giorno mi laureo, un traguardo che sono felice di raggiungere. In ambito lavorativo c’è qualche progetto in sospeso, ma sono scaramantico e spero ci sarà modo di parlarne più in là