L'attrice Francesca Carrain: "..l’onestà. Essere onesti con se stessi e con tutto ciò che ci circonda è fondamentale."

 Francesca ci racconti di Lei, chi è Francesca Carrain come persona?
Devo essere onesta, una cosa  che non amo mai fare è parlare di me, della mia vita o provare a rispondere a domande come : “Descriviti o come ti definisci” ma, proverò, in questo caso ugualmente a farlo.
Sono, in questa fase della mia vita, molto presente ai miei movimenti interni ed esterni, sono in ascolto e consapevole. Mi riconosco come una persona indipendente, determinata, sensibile ed empatica. Talvolta nel “mio mondo” che non amo definire “sulle nuvole” ma, esattamente in un “mio mondo” che spesso ho trovato migliore!

Come nasce la sua passione per la  recitazione ?... E invece la danza….

-Alle domande 2 e 3 rispondo insieme perché per me sono legate. Io ho iniziato a studiare danza all’età di 8 anni, prima modern-jazz poi contemporaneo e classica. Ho cominciato dopo quasi dieci anni ad esplorare nuovi linguaggi tra cui il teatro danza e lì, il seme che già mi abitava ha iniziato a crescere rigoglioso, mi sono avvicinata gradualmente al teatro e poi al cinema.
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Allora mi descriva il suo giorno lavorativo perfetto…
Il mio giorno lavorativo perfetto è quando non mi faccio assorbire totalmente dal lavoro o quando, al contrario, avendo tempo libero riesco a non perdermi troppo. Il mio giorno perfetto è quando trovo un equilibrio tra le cose, quando riesco a ritagliarmi degli spazi miei, quando riesco a nutrirmi, a creare e al tempo stesso stare dietro ai ritmi di questo mestiere. Poi ogni tanto mi diverto anche!

 Quali sono gli artisti dalla quale si sente maggiormente influenzata o da cui trae ispirazione?
Io, oggi, mi sento influenzata particolarmente dal cinema italiano e francese che va più o meno dagli  anni 60 in poi. Credo siano fasi, da un anno e mezzo sento che questa corrente ha avuto un ascendente particolare su di me ma ora con ogni probabilità cambierà.
Un nome di un’attrice italiana che a me piace molto e che sento somigliante, in un qualche modo, è Alba Rochrwacher.

Come attrice quali sono i personaggi  a cui ha dato vita ed ha sentito più vicino alla sua sensibilità artistica?
Due, sicuramente due. Uno è Ana che avete visto in “Mother”, la difficoltà, non servendomi della parola è stata quella di dare un’identità e un’unicità chiara e forte esprimibile solo attraverso lo sguardo in pochi e brevi momenti. Di Ana ho rispettato soprattutto i suoi silenzi che mi hanno insegnato. E l’altro è Ester, il personaggio più vicino a me, fino a quel momento, che io abbia mai interpretato, ed è stato per questo a volte molto semplice e spontaneo tirare fuori alcune cose quanto difficile confrontarsi con alcune emozioni. E’ un progetto al quale ho preso parte l’anno scorso e spero uscirà presto.

Sabato scorso ha riscosso un successo personale al festival CortoCulturalClassic 2021 diretto da Massimo Andrei con il cortometraggio “Mother”. Ci racconti del suo legame con il cinema breve.
Il cinema breve, parlo come prodotto e non come interprete, credo sia una bella sfida. In pochi minuti devi riuscire a concentrare tutto ciò che vuoi comunicare e trasmettere dando il giusto respiro alle cose. Un po' come Ana, riuscire a dargli un’identità e un’unicità chiara e forte in poco tempo.
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Che messaggio e che possibilità dà oggi il mondo dell’arte ai giovani artisti in  un settore particolare e in perenne cambiamento come il teatro, cinema e la televisione ormai assorbite dalla rete?  C’è spazio in Italia per giovani artisti talentuosi ?
Qui si aprirebbe un lungo e interessante dibattito che preferirei fare a voce, perché c’è materiale da sviscerare e in questo istante non mi sento dotata del dono della sintesi per riassumere il contenuto di ciò che penso. Però ci sono due cose che voglio dire: la prima è che purtroppo gli artisti talentuosi a spasso sono molti di più rispetto a quelli che invece lavorano sempre, questo perché non tutti hanno la voglia di investire e di scoprire nomi nuovi e quindi si adagiano su quelli vecchi.
Detto questo, un consiglio che mi sento di dare non solo ai giovani ma in realtà a chiunque è: l’onestà. Essere onesti con se stessi e con tutto ciò che ci circonda è fondamentale.

Il rapporto con la sua città natale..
Le rispondo con una frase di Pavese:
“Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via”
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Il lavoro al tempo del “coronavirus” come stanno rispondendo gli artisti  a questa emergenza virale ed umanitaria che ha colpito  l’Italia e il mondo e come pensate di rientrare in campo viste le problematiche che sta affrontando il mondo della cultura in generale.
Io credo che questo periodo ci abbia fortemente messo alla prova, molto più di quanto non lo sia già il resto del tempo. Credo che ci abbia messo davanti all’urgenza immediata di reinventarci e trovare nuovi modi, altri linguaggi per restare, per non mollare. E anche, forse, per capire che l’unione può fare davvero la forza.

I suoi prossimi progetti.
Sono immotivatamente scaramantica e tendo ad essere sempre molto riservata... comunque sto
  lavorando a dei progetti miei e sono sul set di una fiction!