Mercoledì 21 aprile 2010, Teatro Furio Camillo di RomaBarbarella ed altre lontananze di Peppe LanzettaIl debutto a Roma del nuovo spettacolo teatrale dell’attore, regista e drammaturgo partenopeo, inserito nell’ambito della rassegna Transiti
Dopo l’ampio consenso di pubblico e critica ottenuto al suo debutto a Napoli, sarà in scena a Roma, mercoledì 21 aprile 2010 alle ore 20.30 al Teatro Furio Camillo, Barbarella ed altre lontananze di Peppe Lanzetta, che ne firma anche la regia. Presentato da Nuovo C.R.A.S.C. di Napoli, nell’ambito della rassegna Transiti, lo spettacolo si avvale della presenza, in scena, di Beatrice Baino, anche co-regista dell’allestimento, e la partecipazione di Anna Troise.I brevi monologhi proposti in Barbarella ed altre lontananze sono ambientati in contesti degradati vicini alla realtà di una grande metropoli come Napoli. È su questo sfondo che si snodano le tre storie proposte: le illusioni di una donna innamorata, il dolore di una madre che ha perso il figlio a causa della droga, le paure di una ragazza sola e incinta sono i temi che proiettano lo spettatore in una realtà in cui la femminilità assume caratteristiche di durezza e di fragilità nello stesso tempo.Il testo, quasi interamente in vernacolo, è colorito di espressioni forti, soprattutto quando si affronta il tema della sessualità ribelle della giovane Barbarella. Racconta e interpreta storie di periferia, la periferia di Napoli, una Napoli negata. Una periferia pregna di storie ed emozioni, simile a quelle di un qualsiasi altro ghetto di metropoli moderna.Si creano, così, agglomerati che, in sintonia con le particolari conformazioni architettoniche, sono condensati di emozioni negate, che, quando fuoriescono dagli steccati del perbenismo, lo fanno con una carica esplosiva e implosiva così forte da sconvolgere qualsiasi parametro socialmente accettato.“Fu in un pomeriggio di inizio estate – scrive Lanzetta in una nota – che Beatrice, nel suo spazio teatrale nel centro antico della città, mi ha mostrato con amore, trasporto, passione, la sua idea teatrale di Barbarella. Chissà perché Beatrice mi evocava il mare, un mare di disperazione, gioia, rabbia, passione, esasperazione, di calore, sudore, di colori. E c’era un mare dentro di me che aveva preso posto nelle pagine che avevo intitolato Il mare addosso. Quindi mi sono spogliato del mio mare ed è diventato il mare di Beatrice, che lo ha fatto suo, ne ha scelto pezzi, brandelli, risacche, conchiglie, echi, voci e lo ha esposto ai venti che già Barbarella aveva alzato forti”.Sono cinque donne in scena, che potrebbero abitare una stessa casa, con le loro speranze, i loro sogni di una quotidianità vissuta, immaginata. Una quotidianità di rabbia ed esasperazione che rende adulti i bambini e vecchi i giovani.Un ritratto di una mamma coraggio napoletana del mondo che verrà, o che è già qui, che in silenzio, col silenzio dell’amore nel suo mantello rosso ha fatto sue le paure e le tribolazioni di tutte le mamme che cercano di allontanare dai propri figli il male. Il pensiero del male, quello che è dietro l’angolo di un vicolo del centro antico o nei pensieri che si perdono e arrovellandosi fanno smarrire la via.
Barbarella ed altre lontananze, di Peppe LanzettaRoma, Teatro Furio Camillo – mercoledì 21 aprile 2010Info e prenotazioni al numero 067804476 email info@teatrofuriocamillo.itInizio della rappresentazione ore 20.30
Mercoledì 21 aprile 2010 ore 20.30Roma Teatro Furio Camillo
Nuovo C.R.A.S.C. di Napolipresenta
Barbarella ed altre lontananzedi Peppe Lanzetta
con Beatrice Bainoe con la partecipazione di Anna Troise
video VED SERVICE di Francesco Giordanobijoux BLISS di Veronica Grossifoto locandina Dario Arenarefoto di scena Marcello Merendaassistente alla regia Marco Lucianoregia Peppe Lanzetta e Beatrice Baino
durata della rappresentazione 45’ circa, senza intervallo
La tenacia di Beatrice di Peppe Lanzetta
Anni fa ricevetti una segnalazione su una giovane attrice che letto il mio racconto Barbarella da “Figli di un bronx minore” aveva pensato a una riduzione teatrale. La cosa morì là perché forse non era il tempo giusto. A distanza di anni, Beatrice Baino è tornata alla carica e in un pomeriggio d'inizio estate nel suo spazio teatrale nel centro antico della città mi ha mostrato con amore, trasporto, passione, la sua idea teatrale di Barbarella. Naturalmente non ho potuto sottrarmi alla dolcezza e alla tenacia dell’interprete che mi restituiva il mio racconto con una forza e una visceralità sorprendenti. Ma un quarto d’ora di performance era poco, troppo poco per un’ipotesi di spettacolo teatrale che avesse al centro la mitica BARBARELLA CHE SPAVALDA attraversa le strade del rione I67 di Napoli.Chissà perché Beatrice mi evocava il mare. In senso lato, come mare di disperazione, gioia, rabbia, passione, esasperazione, di calore, sudore, di colori.E c’era un mare dentro di me che aveva preso posto in delle pagine che avevo intitolato IL MARE ADDOSSO.Quindi mi sono spogliato del mio mare ed è diventato il mare di Beatrice, che lo ha fatto suo, ne ha scelto pezzi, brandelli, risacche, conchiglie, echi, voci e lo ha esposto ai venti che già Barbarella aveva alzato forti.
E doveva però pure esserci qualcuno sotto a raccogliere le parole, le tensioni, gli umori, i dolori e le speranze di questi forti venti: una mamma coraggio napoletana del mondo che verrà o che è già qui che in silenzio, col silenzio dell’amore nel suo mantello rosso ha fatto sue le paure e le tribolazioni di tutte le mamme che cercano di allontanare dai propri figli il male, il pensiero del male, quello che è dietro l’angolo di un vicolo del centro antico o nei pensieri che si perdono e arrovellandosi fanno smarrire la via.E con l’amore di una vecchia amante che aspetta ancora l’uomo che l’ha lasciata, fra tic, nervosi, sogni ad occhi aperti ed evocazioni in una Venezia lontana e magica si chiude il cerchio che anni fa era partito con Barbarella.