Intervista a Carmen Castiello: perché la danza è teatro, la possibilità di esprimersi in maniera totale, ampia... una drammaturgia fisica.

Ci racconti di Lei, chi è Carmen Castiello come persona? 
La prima parola che mi viene da pensare è Madre; sono madre di quattro figli, quindi un ruolo predominante nella mia vita. Questo senso di maternità, mi ha portato a diventare madre di intere generazioni che hanno frequentato il mio centro. I ragazzi imparano ad amare una persona e poi la danza di cui ti fai portavoce. Mi piace avere cura  della casa e della famiglia, coltivare le piante in giardino. La musica e libri sono i miei “viaggi “preferiti. Credo che fare un lavoro creativo come il mio ti porta ad essere curiosa e ad amare tutto ciò che fai nella tua giornata e nella tua vita. Non sono tecnologica, non amo guardare i programmi televisivi. Mi piace molto la radio, ascoltare racconti e naturalmente la musica classica. 
In primo piano - 'Voci di donne', una nuova produzione firmata dal ...
Descriva il suo giorno lavorativo perfetto…. 
Il mio giorno lavorativo ideale è quello in cui riesco a svolgere dignitosamente i ruoli e compiti per la famiglia ed il lavoro:cucinare all’alba per tutti, organizzare la famiglia poi la scuola di danza e la Compagnia. Entro a scuola di danza nel primissimo pomeriggio, per uscire la sera molto tardi. Quando siamo prossimi agli spettacoli le ore di lavoro in sala, potrebbero essere anche dodici. Ideare e organizzare  uno spettacolo è un momento importante di una giornata, è molto gratificante lavorare con il corpo in relazione all’idea, al progetto, alla musica e soprattutto vedere i danzatori fare propria l’idea e realizzarla. Ogni volta si esce diversi, da come si era entrati. 

Come nasce la sua passione per la danza? 
Quando ho iniziato a studiare nel 1972 in una piccola scuola privata e devo molto ai miei genitori,  che già in tempi così lontani mi diedero la libertà di scegliere e seguire questa strada. La dimensione che vivevo con il corpo nel movimento e nella musica, mi metteva a mio agio e da allora non ho mai smesso di vivere la danza in tutte le sue profondità e relazioni con la cultura. Ho sempre alimentato questi aspetti con lo studio e l’approfondimento. Fondamentali e di svolta  sono state le esperienze presso l’Accademia  del Kirov a San Pietroburgo e quelle pedagogiche presso l’Accademia di Montecarlo. 

Come sta vivendo il mondo della danza questo periodo di pandemia? 
In uno stato sospeso. Come un pensiero che si è incastrato  nella mente e non si libera perché il corpo, che è il nostro strumento di espressione, è completamente compresso. Non credo sia semplice allenarsi a casa. Non ci sono le condizioni per farlo, parlo di condizioni mentali. Per quanto mi riguarda il mio mondo diventa la musica, la lettura, il silenzio, il tempo per il recupero della memoria e il tempo per fare progetti futuri. Credo sia difficile tornare presto alla normalità... visto i nostri rapporti diretti con il corpo. C’è comunque una necessità di tornare presto a vedere la bellezza ...potremmo immaginare il ritorno come in un museo....un poco alla volta...o come una cura. Se non nei posti chiusi, la città potrebbe diventare un grande palcoscenico, una sorta di set cinematografico,  per il ritorno al teatro, alla musica, alla danza.


Quali sono i personaggi dai quali si sente maggiormente influenzato o da cui trae ispirazione?
Il mondo femminile in generale. Non necessariamente legato alla danza. La vita delle donne ha un fascino perché silenziosamente ha determinato un modo di essere e divenire, apparire, fare, sapere donando un grande contributo, se non determinandole produzioni culturali, partendo dall’educazione dei propri figli... fino a stabilire pensieri sociali e politici. Amo molto attingere dei classici della musica e della letteratura cercando e poi una contestualizzazione contemporanea e unendo varie modalità artistiche, in modo da portare in scena spettacoli di forte impatto  emotivo. 

Se potessi svegliarsi domani con una nuova dote, quale sceglierebbe? 
Confesso che dovendo cucinare per una famiglia numerosa, mi sono appassionata al cibo e alle emozioni ad esso collegate: profumi ,sapori ...bisogno di cura, di scambio di affetto.

Che cosa vuol dire per Lei portare in scena un buon balletto?
Un balletto sincero . Fatto di un  lavoro che nasce dal corpo e che cerca una verità nel gesto; che nasce dal suono...dove il suono  è parte integrante del lavoro. Ci sono situazioni in cui il suono può essere il silenzio ed il corpo si muove ascoltandolo. Altre volte, invece, la musica determina e definisce il movimento nella sua intensità ed intenti. Credo sia importante la linearità e la semplicità dello spettacolo, perché la danza è teatro, la possibilità di esprimersi in maniera totale, ampia... una drammaturgia fisica. Credo sia importante la linearità e la semplicità dello spettacolo, perché la danza è teatro, la possibilità di esprimersi in maniera totale, ampia... una drammaturgia fisica.

Cambierebbe qualcosa nel mondo della danza  con cui si è formata? 
Cambierei certamente l’approccio con la danza prima di tutto con i ragazzi che la praticano, ai quali bisogna immediatamente chiarire che oltre alla disciplina e la tecnica,la danza è soprattutto un veicolo  espressivo e che bisogna necessariamente aprirsi alla cultura,  all’informazione e conoscere le sue radici. Lavorare con il corpo è una questione molto delicata. Spesso purtroppo la danza diventa una pura esibizione ed un semplice intrattenimento .

Quali sono gli spettacoli di danza ai quali si sente più legata?
Sono senza dubbio la produzione di balletti  romantici di  Tchaikovsky. La musica è meravigliosa, le melodie perfettamente vocali, i valzer un tripudio di colori. Danzare le opere di Tchaikovsky è un piacere molto grande per i danzatori e nonostante la fatica, l’energia e l’impegno mentale che occorre, permettono loro di ... volare. Parlo dei balletti come “LAGO DEI CIGNI”, BELLA ADDORMENTATA, SCHIACCIANOCI. Un patrimonio di bellezza. Coreografie, gestualità, eleganza che hanno dato inizio alla bellissima stagione romantica del Balletto Classico. 

Che messaggio dà oggi il mondo della danza ? 
Ci sono compagnie di altissimo livello che fanno produzioni interessanti, specchio della cultura e sempre fedeli ad una verità nel loro messaggio e cura della qualità del movimento. Poi ci sono realtà di danza improvvisata, portata avanti da persone che non hanno una reale conoscenza della tecnica, del corpo e della cultura e purtroppo creano danni e cattiva informazione e causa di una eccessiva approssimazione.
Poi c’è la danza dei grandi indici di ascolto che tiene incollate molte persone alla tv. Io non condivido (ma è una personale opinione) un lavoro fatto di corpi troppo atletici, effetto dell’evoluzioni della scienza unita all’allenamento. Questi mondi presentati “perfetti”spesso sono di plastica e lasciano un senso di vuoto. 

C’è spazio in Italia per giovani artisti talentuosi e se dovesse dare un consiglio appassionato a un aspirante ballerini, cosa gli direbbe?
In realtà non ci sono molte possibilità di lavorare nel mondo della danza in questo momento storico difficile. Purtroppo le produzioni sono davvero poche. Il mio consiglio è di studiare danza bene e provare sempre a mettersi in gioco.Parallelamente organizzare una strada che possa ampliare la propria conoscenza ed avere un'eventuale alternativa nel campo lavorativo. 
Omaggio a Fellini, domani finissage della mostra - Ottopagine.it ...

 Il rapporto con la sua città Natale ?
Il rapporto con la mia città è molto positivo. Mi piace camminarci, trovo “musicale “la bellezza dei Palazzi, affascinante la storia ed i misteri delle “pietre“e l’aria che si respira . Sono convinta che la bellezza di Benevento abbia determinato nel tempo un grande amore per l’arte e la cultura nei nostri concittadini. Ci sono molte realtà musicali, teatrali e personaggi che io ammiro e che sono stati per me uno spunto per migliorare me stessa. Credo che dovremmo amarla ancora di più la nostra città. Peccato che c’è una mancanza di dialogo tra le varie realtà... insieme si potrebbe crescere ed espandere le nostre conoscenze ed iniziative. In ogni caso sento che ciò che ho  investito e cercato di costruire con la danza, mi sia stato restituito sia in termini di affetto, sia per la presenza di pubblico che affolla i nostri spettacoli . 

 Che cosa è troppo serio per scherzarci su?
L’AMORE 

I suoi prossimi progetti?
Un Balletto che chiamerò ‘ETERNITÀ’.
a cura di Katiuscia Verlingieri