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25/03/2015
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Bando CINECI' 2023 - Corti Cultural Classic 2023 per la sezione Carnevale al vincitore un premio di 2000 euro
01/12/2022
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Per la RUBRICA "Le buone letture" - LA VARIABILE UMANA di Elisabetta Stragapede
25/11/2022
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13/01/2023
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L'attore e regista Danilo Rovani si racconta: "Dirigere ti mette di fronte a tensioni, responsabilità, problemi da dover risolvere con calma e pazienza. "
12/01/2023
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Prima edizione del Magnus Aureus ideato dalla FondazioneTotò Morgana diretta dal dottore Marco Serrao. Premiate Eccellenze che rendono merito al Territorio Calabrese.
10/01/2023
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Il Premio Magnus Aureus della Fondazione Totò Morgana sceglie Villa Rendano di Cosenza La Spiga d’Oro premierà le eccellenze della Scienza e della Cultura con l’attore Totò Cascio
04/01/2023
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L'attrice Francesca Borriero: "I personaggi che ho avuto modo di interpretare li ho sempre avvicinati tutti al punto da sentirli molto vicini a me ma non c’è dubbio che in alcuni casi sia più semplice ed in altri meno. "
03/01/2023
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I grandi amori ..per lei Gino Paoli tentò il suicidio e scrisse una canzone..
LA PASSIONE, L’AMORE E FOLLIA DI GINO PAOLI PER L’ALLORA MINORENNE STEFANIA SANDRELLI -
NELLA LORO STORIA, UN TENTATO SUICIDIO E UNA CANZONE IMMORTALE
Quando la Sandrelli sta per spiccare il volo come attrice, nascono i primi litigi, le incomprensioni e Gino Paoli non regge e decide di spararsi un colpo al cuore. Che, per fortuna, si blocca intorno al pericardio: “Il suicidio è l’unico arrogante modo dato all’uomo per decidere di sé. Eppure io sono la dimostrazione che neppure così si riesce a decidere davvero...”
Fulvia Caprara per “la Stampa”
In un’inquadratura lenta, precisa, sensuale, Stefania Sandrelli appare distesa, a pancia sotto, intenta a prendere il sole su una spiaggia deserta, nella prima sequenza di uno dei suoi film capolavoro, Io la conoscevo bene di Antonio Pietrangeli. L’immagine di quel corpo morbido e moderno, invitante ma non aggressivo, richiama subito una nota musicale, un accordo celeberrimo che parla di mare, di spiaggia, di passione.
Era il 1965 e Sandrelli, già contesa dai registi più famosi, interpretava Adriana, ragazza fragile e remissiva, incapace di sopravvivere nel demi monde dello spettacolo dove ogni sogno, per una donna sola, ha un costo alto e inevitabile. Niente in comune con la vera Stefania Sandrelli che due anni prima, nel giorno del quindicesimo compleanno, 5 giugno ’61, aveva conosciuto Gino Paoli, scatenando un’irresistibile attrazione di cui una figlia, Amanda, e una canzone, Sapore di sale, sono i frutti migliori.
Lui era di scena alla Bussola di Viareggio, lei aveva una voglia matta di conoscerlo, adorava il suo modo di cantare, lo aveva visto in tivù e avrebbe fatto di tutto per farsi invitare a ballare. Non fu difficile. Quella fanciulla in fiore, vestita di verde acqua, un abito con le frange che partivano da sotto il seno, colpì subito l’autore. La differenza d’età era proibitiva, Paoli aveva quasi trent’anni e, sulle prime, tentò di sottrarsi. Ma fu un attimo, poi non ci fu più niente da fare.
GLI INCONTRI SEGRETI
Cominciarono fughe e segreti, incontri e appuntamenti clandestini. La minorenne spensierata, cresciuta in Versilia con il sogno della danza classica e la mania del cinema, sgattaiolava via di notte, calandosi dalla finestra, attenta a non farsi beccare dalla madre, per poi rientrare all’alba, con l’aiuto della cameriera, dopo scorribande d’amore, corse sull’auto scoperta del cantante, jazz, baci, sesso in pineta. Tutto pur di stare insieme, sfidando i divieti, la realtà che vedeva Paoli regolarmente coniugato con Anna Fabbri (Sandrelli, all’inizio, non lo sapeva) e il pericolo di essere solo una delle tante conquiste del musicista sciupafemmine.
Più tardi le note suggellarono l’incantesimo, sulla sabbia dove lei si lasciava cadere, accanto a lui, nelle sue braccia, lontano da tutto, «lontano da noi, dove il mondo è diverso, diverso da qui». Sì, è vero: Sapore di sale parlava di lei e le altre, anche se c’erano o c’erano state (nel ’61 il cantautore aveva dedicato Senza fine a Ornella Vanoni e l’attrice ha dichiarato di ritrovare se stessa anche, o forse di più, in Che cosa c’è), non arrivarono a provocare quell’onda di desiderio, quello struggimento amoroso di uno degli evergreen più amati della storia della canzone italiana.
Alla radice dell’ispirazione c’erano la nostalgia e forse la consapevolezza che il cinema, a poco a poco, avrebbe separato gli amanti. L’ex ragazzina, che ormai viveva a Roma mentre Paoli l’avrebbe voluta a Milano, stava diventando diva. Sotto il sole dell’estate del ’63, mentre Sapore di sale balza in vetta alle classifiche, Sandrelli gira a Sciacca Sedotta e abbandonata di Pietro Germi. Paoli continua a tempestare di telefonate la casa di famiglia, la signora Sandrelli risponde che Stefania non c’è anche quando c’è. Quando i due riescono a comunicare volano parole grosse, sono i litigi della paura, quelli di quando si è lontani e si avverte che il filo sta per spezzarsi.
AMANDA, FIGLIA D’ARTE
Alla fine è il cantante-poeta che non regge, una nuvola di disperazione gli offusca la mente, lo spinge a prendere una pistola e a spararsi un colpo al cuore. Che, per fortuna, si blocca intorno al pericardio: «Il suicidio - dirà più tardi - è l’unico arrogante modo dato all’uomo per decidere di sé. Eppure io sono la dimostrazione che neppure così si riesce a decidere davvero...».
Lei, tra molte cautele, riceve la notizia sul set. Parte subito, si precipita in ospedale, tenta di sdrammatizzare dicendo una cosa semplice, logica, che non fa una piega e ricorda le battute di certi suoi personaggi, lievi, disincantati, innocenti solo in apparenza: «Se mi ami talmente tanto, perché vuoi morire? Se uno ama, l’amata la vuole vedere».
Così succede che Paoli riesca a ridere, uscendo dal buio che l’aveva avvolto, tornando a credere in quell’amore, nato proibito e diventato necessario. Un anno dopo, nell’ottobre ’64, nasce Amanda, una figlia che più «d’arte» non si può. L’intesa tra i genitori, cantautore glorioso e attrice di fantastico talento, va avanti ancora un po’.
L’equilibrio è difficile da mantenere, il cinema incalza. Paoli non approva certe scelte, non vorrebbe che la sua compagna recitasse in Io la conoscevo bene e si oppone fieramente alla prospettiva di vederla nella Noia di Damiano Damiani, tratto dal romanzo di Moravia, e poi interpretato da Catherine Spaak. La fine di tutto arriva intorno al ’68. Ma la memoria del legame impetuoso resta, intatta, nel sapore di mare, nel «gusto un po’ amaro di cose perdute».
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