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25/03/2015
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Bando CINECI' 2023 - Corti Cultural Classic 2023 per la sezione Carnevale al vincitore un premio di 2000 euro
01/12/2022
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25/11/2022
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13/01/2023
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12/01/2023
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10/01/2023
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Il Premio Magnus Aureus della Fondazione Totò Morgana sceglie Villa Rendano di Cosenza La Spiga d’Oro premierà le eccellenze della Scienza e della Cultura con l’attore Totò Cascio
04/01/2023
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L'attrice Francesca Borriero: "I personaggi che ho avuto modo di interpretare li ho sempre avvicinati tutti al punto da sentirli molto vicini a me ma non c’è dubbio che in alcuni casi sia più semplice ed in altri meno. "
03/01/2023
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INTERVISTE ESCLUSIVE NAPOLI CULTURAL CLASSIC: Antonio Masullo, autore di Namastè
DI CHI PARLIAMO
Antonio Masullo riceve il Premio Napoli Cultural Classic per il libro
Libro Edito premio Napoli Cultural Classic 2013
Motivazione
In Namastè, il riconoscimento della sacralità di ogni essere umano.
Articolato in chiave diaristica , scevro di manierismi estetici, ma con toni di autentico valore spirituale, il libro è traccia di un percorso di verifica e attesa.
L’Autore s’ interroga sul senso della vita e procede in una ricerca della Verità scandita da profonde riflessioni sull’onda dell’amore indagato in tutte le sue sfaccettature.
Anna Bruno
10 maggio 2013
“Namastè. In viaggio verso te”, scritto nel 2010/11 e pubblicato nel gennaio del 2012, vive un'attualità insita nella sostanza stessa della narrazione e nell'idea che ha generato l'opera.
A Somma Vesuviana, il prossimo 5 marzo, il libro sarà presentato all'insegna de "Le donne della vita", per sottolineare il ruolo delle donne nella famiglia, a ridosso della ricorrenza dell'8 marzo, di quella che, erroneamente e con superficialità, viene definita "festa delle donne".
Qual è l'idea che hai delle donne e quale riscontro trovi nella società attuale?
La donna ha un’intelligenza molto più spiccata di quella maschile e, probabilmente, in primo luogo, ciò è dovuto al fatto che “donna”(e non femmina) si diventi prima che un “maschietto” diventi uomo. Non solo per un fattore temporalmente biologico ovviamente, ma proprio perché la donna è custode reale della Vita e cela dei segreti naturali che all’uomo non è dato sapere, se non con il trascorrere del tempo e nutrendo una propria sensibilità. Il “ponte” naturale per giungere all’universo femminile è proprio la sensibilità che un uomo deve accettare di sé, conoscerla, possederla al fine di trasformarla nel “codice naturale” che la donna riconosce, identifica e di seguito accetta. La cosiddetta “donna di un tempo”, fusione di valori e di intraprendenza lavorativa, tende oggi un po’ a scomparire fra le immagini confuse di “eroine tuttofare” che assomigliando purtroppo a vecchi e stantii stereotipi maschili, perdono nel modo più assoluto di femminilità e del proprio senso naturale, a volte, e mi spiace dichiararlo, dell’originario istinto materno.
E' difficile, oggi, per l'uomo, gestire il rapporto con la donna che abbia senso del sé, capacità critica e di autogestione. Gli atteggiamenti di prevaricazione e l'insolenza sono sempre in agguato laddove l'uomo non sia all'altezza di portare avanti un discorso coerente.
Come pensi che una donna debba rapportarsi al suo tempo per far sì che la tanto discussa parità trovi un'effettiva conferma in tutti i campi?
In primis, credo che l’uomo che non sappia gestire una relazione, e/o rapporto che dir si voglia, con una donna che possiede per sua natura senso di sé, capacità critica e di autogestione, sia in realtà un “uomo” che non sia cresciuto assieme al proprio corpo, lasciando un segno di sé e del tempo trascorso soltanto all’anagrafe. E’ un uomo immaturo, timoroso di chi gli sta di fronte, e pieno di insicurezze, perché non ha accettato il confronto con sé stesso e, per tanto, non è pronto al reale ed inevitabile confronto con l’altro sesso.
Non possiedo formule magiche né sono all’altezza di elargire consigli sul “se” o sul “ma”, ma credo fermamente che oggigiorno la donna per affermarsi in ogni campo della vita debba soltanto essere conscia e consapevole del proprio ruolo, della propria identità, del suo essere persona con testa, corpo e spirito di libertà assieme a tutti i suoi desideri e le sue aspettative. Fin dall’antichità ci sono esempi di donne che al di là di ranghi e/o ceti sociali di appartenenza, laiche o religiose hanno saputo affermarsi addirittura facendo la “Storia”. Anna Bolena, Elisabetta I d’Inghilterra, Rita Levi Montalcini, Madre Teresa di Calcutta, Hannah Arendt, Oriana Fallaci, Samantha Cristoforetti fino a giungere alla donna che non fa la storia, ma che, come tutto il genere umano, ne fa parte e combatte con dignità e coraggio la propria battaglia, la più importante, quella della vita stessa (!!!).
In una precedente intervista hai affermato:
“Namastè è un diario che nasce in una determinata epoca della mia vita: dopo la morte di entrambi i miei genitori, e in particolar modo di mia madre, e combacia con l’inizio della mia vita matrimoniale. E’ uno scritto che ho desiderato con tutte le mie forze, per mettere un sigillo definitivo a quella che era stata la mia vita fino all’attimo in cui ho perso mia madre, la mia radice, al fine di poter entrare, con un “cuore nuovo”, in un presente di uomo marito, e successivamente di padre”.
La donna nella famiglia prepara i figli alla società: come ti ha preparato tua madre a vivere la tua vita di uomo nella famiglia che hai creato e nella professione, nel rapporto con gli altri?
Mia madre, nella consapevolezza del suo ruolo materno, ma prima ancora di quello di donna matura e avanti negli anni, ha agito direttamente nella mia “incosciente inconsapevolezza” attraverso l’Amore, donandomi, senza che neanche me ne accorgessi, gli strumenti per il prosieguo del mio cammino nel mondo. Mi ha insegnato a pensare in perfetta sinergia di cuore e di mente, spirito e corpo, al fine di rendermi sicuro nel confronto con l’altro. Mi ha amato, non assecondato; compreso e non coccolato; ha lasciato che io piangessi per la mia personale sofferenza dandomi modo di capire e assaporare il gusto dell’illimitata gioia del sorriso. Mi ha lasciato vivere, dandomi certezza della sua presenza in questa e soprattutto nell’altra vita. I suoi silenziosi, ma determinanti insegnamenti, sono stati in realtà i prodromi dei semi della “conoscenza consapevole”, che mi hanno poi indotto alla volontà di possedermi per giungere, poi, a una naturale trasformazione di me ancora in atto.
Antonio Masullo, marito, nella gestione di un rapporto che vede la donna impegnata non solo in casa, ma anche nello studio, nel lavoro …
con noi stessi, che appare continuamente mutevole per i repentini cambiamenti che la vita frenetica di oggi comporta. Lo stesso “Amore” che ci nutre e ci lega da anni è sottoposto a dure prove da problematiche esterne, che fin quando restano tali sono gestibili. Il tributo maggiore lo si paga quando le problematiche sorgono all’interno della coppia, e allora si necessita davvero di tanta forza di volontà, coraggio e genuina trasparenza per poter affrontare e di conseguenza superare il male che colpisce il “tronco della tua radice.
Antonio Masullo, padre, nel vissuto di un rapporto di equilibrio tra soddisfazione delle richieste dei figli e gli interventi mirati a renderli consapevoli, nel corso della crescita, dell'importanza da attribuire a quelle che comunemente vengono considerate necessità, ma che spesso realmente non sono.
I figli uniscono, ma nel contempo possono disunire: sono oggetto di discussione perenne, perché prima di insegnare bisogna imparare da noi stessi ciò che naturalmente deve essergli poi trasmesso. I figli rappresentano la nostra continuità nel tempo e nel mondo e il legame viscerale e responsabile che si instaura con loro non viene mai reciso. Il tempo della trasmissione dei valori è breve e bisogna fare i conti costantemente con le brutture del materialismo quotidiano. Soltanto “amando consapevolmente” credo si possa raggiungere l’obiettivo di rendere questi “germogli di campo” pronti all’intemperie della vita stessa.
Come continua il tuo viaggio di scrittore dopo le precedenti esperienze letterarie?
“I miei scritti precedenti, “Solo di Passaggio”, Namastè, Il diario di Alma” rappresentano oggi il ponte di trasferimento a quella che definisco oggi la mia “ nuova scrittura”. Grazie a loro mi sento più consapevole di quello che ho dentro e che posso ancora riuscire a mettere sulla carta.
Io sono frutto dei miei continui cambiamenti spirituali e di pensiero, e pertanto ho avvertito l’esigenza indispensabile di mettermi in disparte e ricominciare a studiare tematiche che in giovane età ho soltanto sfiorato, ma non approfondito. Per me oggi conta moltissimo il valore storico della “memoria”, perché inevitabilmente è essa stessa che ci restituisce ogni volta l’identità che smarriamo nel quotidiano vivere. Attualmente il mio “viaggio di scrittore” sta ripercorrendo gli anni, gli odori forti, le immagini crude e terribilmente reali della “Shoah”. Non posso farne a meno, è quasi un’esigenza viscerale del mio stesso spirito. Una Shoah vista però da più angolature e quindi, non soltanto morale, etica, umana ma anche spirituale, e altresì mentale, in una raffinatezza di pensiero crudelmente singolare”.
Il progetto "Autori … a tempo", realizzato in seno alla Napoli Cultural Classic, è scaturito da una tua proposta: ritieni che svolgimento e conclusione di tale progetto siano stati rispondenti alle tue aspettative?
E’ stato interessante e al dir poco entusiasmante collaborare con la Napoli Cultural Classic per questo progetto. Essere “dall’altra parte” per un periodo di tempo mi è servito molto. Ho imparato ad apprezzare nuovamente gli scritti dei contemporanei, degli emergenti, e cercare con spirito critico e, nel contempo, genuinamente umile, di mettere in risalto le proprietà e le caratteristiche peculiari dei loro testi. E’ stato appagante conoscere autori più in là negli anni con testi che abbracciavano tematiche a impronta storica, esoterica o addirittura entrare nell’animo di chi ha imparato a raccontarsi attraverso il … diario. Mi sono ritrovato e a volte riscoperto. Il progetto è stato reso possibile soprattutto grazie alla mano e all’occhio critico di Anna Bruno che mi ha accompagnato serenamente e carica di entusiasmo in questo viaggio nella “scrittura altrui”. Mi farebbe piacere che questo progetto continuasse in seno alla Napoli Cultural Classic anche senza di me, perché dà l’opportunità a tanti autori meritevoli di farsi conoscere, promuoversi e soprattutto migliorarsi.
Membro di giuria del Premio Artistico Letterario Internazionale "Napoli Cultural Classic" giunto alla X edizione: quale significato hai attribuito a tale esperienza appena conclusasi con la valutazione delle opere pervenute?
Mi sono emozionato: ho sorriso, a volte pianto, commosso, divertito. Ho letto con occhi genuinamente curiosi gli elaborati che mi sono stati sottoposti e ho notato, con stupore, che davvero il nostro Paese ha una propria storia artistico – letteraria che tutt’ora vive, sempre e comunque, nonostante tutte le difficoltà del caso. Idee nuove, tradizione e innovazione, rima baciata e libera, vecchio stile intriso di modernità, questi sono solo alcuni degli elementi che ho riscontrato nella lettura degli elaborati da valutare. Ho cercato di “guardare dentro” e non soltanto di vedere ciò che mi si presentava tra le mani. A volte ho premiato lo stile, altre la forma, alcune volte l’idea stessa o addirittura la semplicità della storia stessa. E’ stato “un viaggio nel viaggio” che mi ha reso maggiormente consapevole di tornare a scrivere di nuovo, con il mio nuovo me.
a cura di Anna Bruno
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