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04/01/2023
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03/01/2023
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INTERVISTE ESCLUSIVE NCC: Giuseppe Sternativo e la sua grande scommessa
DI CHI PARLIAMO
Giuseppe Sternativo
A 18 anni lasci la Puglia per trasferirti a Roma per concretizzare i tuoi sogni: hai incontrato difficoltà nell’ affrontare il cambiamento?
Certo.. è normale. Passare da una piccola realtà a una più grande, oltre che spirito di adattamento, richiede coraggio. All’inizio è stata durissima e confesso di aver avuto dei momenti difficili , ma ho affrontato ogni sfida con determinazione ... e, ogni giorno, a ogni nuovo piccolo passo, sentivo che potevo farcela.
Hai arricchito e perfezionato la tua formazione artistica seguendo corsi, laboratori teatrali e workshop su tecniche recitative e sullo studio del movimento, per approdare ,infine, all’Accademia di Arte Drammatica Pietro Scharoff , dove hai conseguito il diploma nel 2004. Cosa ricordi di quel periodo, dei Maestri e dei compagni di percorso?
… ricordo una gran fatica ... ma anche il piacere di lavorare con persone che avevano il mio stesso sogno ...; gli sforzi sono minori quando sono condivisi. Entrare in contatto con insegnanti diversi, sia in Accademia che durante i vari workshop, è stato impegnativo, ma affascinante. I ricordi dei compagni, così come dei maestri, mi accompagna sempre ... ;con moltissimi di loro sono rimasto in contatto e anche quello è un modo di confrontarsi e scambiare opinioni ed esperienze..
Fin da giovanissimo, la pratica di discipline sportive ti ha coinvolto: quali discipline ti interessano in particolare e quali i risultati ottenuti, oltre alla personale soddisfazione della pratica?
Devo dire che ogni sport che ho praticato, essendo tutti abbastanza diversi tra loro, ha contribuito a sviluppare le mie attitudini. Lla danza, la scherma, l’equitazione mi hanno offerto una disciplina che ho potuto sperimentare anche in altri campi, sia umani che professionali.
Essere degli sportivi significa innanzitutto essere sani e sapere gestire orari e regole: ognuno di noi ne ha bisogno, soprattutto chi fa questo mestiere dove la superficialità e la leggerezza sono tentazioni da tenere lontano!
Ti sei dedicato al teatro, recitando inizialmente in piccoli ruoli, ma poi impegno e capacità ti hanno permesso di cimentarti in parti sempre più di spessore: cosa ci racconti di questo percorso di crescita professionale? In che misura registi del calibro di Rendine, Ammirata e Camerini , con cui hai lavorato, hanno contribuito alla tua formazione?
Ognuno di loro mi ha offerto una possibilità. Questo mi bastava. Credo che ogni attore, che possa definirsi tale, debba necessariamente calcare palcoscenici, da quelli più piccoli a quelli più importanti. L’approccio alla macchina da presa deve essere preceduto dal contatto con il pubblico dal vivo:solo così si capiscono i propri limiti, ma anche i punti di forza.
Ho avuto modo di sperimentarmi in ruoli molto diversi tra loro ... All’inizio è fondamentale sperimentare tutte le proprie corde: solo così si può dire di conoscere abbastanza questo mestiere.
È del 2009 la partecipazione a ‘Eccoci qua al gran Varietà’, al teatro Brancaccio di Roma, con la regia di Franco Miseria . Che significato dai a quell’ esperienza?
Franco Miseria è un grande regista, un nome che dice già tutto. Quando fui convocato pensai subito a tutti i suoi spettacoli, a quanto mi fossero piaciuti e che finalmente potevo partecipare a un progetto così speciale come ‘Eccoci qual al gran varietà’ : un mix di musica, teatro di rivista, canto, danza e avanspettacolo … ero emozionatissimo. Anche potermi esibire in un teatro come il Brancaccio di Roma mi ha restituito la misura di quanto in fondo i miei sforzi stavano per essere finalmente ripagati.
Il tuo debutto, da protagonista, è avvenuto nel 2012 al teatro Colosseo di Roma, in ‘Finché mafia non ci separi’, diretto da Andrea Ronchetti: cosa ci racconti in merito?
Indimenticabile. Andrea Ronchetti è stato capace di sottolineare la mia vena comica in questa commedia piena di gag, equivoci e colpi di scena. In questa esperienza ho potuto regalare al pubblico la parte di me più dissacrante, sopra le righe. Devo dire che mi sono divertito moltissimo e l’affetto e le risate del pubblico mi hanno dato la carica e l’entusiasmo necessari per dare di più ogni sera : infatti lo spettacolo ha avuto un grandissimo successo, merito anche dell’affiatamento che c’era tra tutti i componenti della compagnia. Ci siamo divertiti tutti!
Risale al 2000 il tuo ingresso nel cinema, quando ti è stato affidato un ruolo nel film, di Martin Scorsese, “Gangs of New York” . Perché quel momento è stato importante per te?
E’ stata una partecipazione piccolissima, ma ero talmente eccitato di essere diretto da un gigante come Scorsese che mi tremavano le gambe. Ricordo l’emozione, la trepidazione, anche soltanto di essere lì mi facevano sentire ‘importante’.
E’ stato lì che ho respirato un’aria che sentivo che non avrei più abbandonato.
Tra i tuoi interessi, anche il canto e la danza: in termini amatoriali o da professionista?
La mia prima passione è la recitazione e ,se si vuole fare qualcosa da professionisti, a un certo punto bisogna scegliere e io ho scelto. Di certo il canto e la danza sono attività che continuo a praticare perché arricchiscono la mia formazione, che deve essere continua.
Anche i corsi di dizione e doppiaggio mi sono serviti per cercare di non trovarmi impreparato ad affrontare le sfide. E’ un mondo difficile quello dello spettacolo, e così come ci sono persone poco preparate che hanno la fortuna di partecipare a grandi progetti, ci sono anche persone preparate che hanno studiato, e continuano a studiare. E’ con loro che mi interessa competere.
In quali film hai recitato?
Ho recitato nei film: “L’amore fa male” con la regia di Mirca Viola ; “Stolker “ regia di Luca Tornatore ; “La Moglie del sarto” con Mariagrazia Cucinotta ,regia di Massimo Scaglioni ; “Universitari” con la regia di Federico Moccia .
Quali sono i tuoi progetti futuri e a cosa aspiri?
Attualmente vivo a Londra, per perfezionare la lingua inglese e avere la possibilità di entrare all’Actors Studio. Il prossimo passo sarà proprio quello di prendere contatto con altri panorami artistici, anche se l’Italia resta comunque il mio Paese.
E’ un momento difficile, forse il peggiore che gli Italiani abbiano mai vissuto: la crisi interessa ormai tutti i campi, ma io non voglio arrendermi, voglio essere pronto ad affrontare ogni scommessa che mi offrirà il destino. E voglio arrivarci preparato.
Aspiro come tutti gli attori a recitare per grandi registi e potrei citarne tanti, soprattutto Ozpetek, ma al di là dei registi, quello che spero davvero è di potermi misurare con un ruolo forte, passionale e drammatico che mi dia la possibilità di farmi conoscere al grande pubblico.
Quali sono i Valori in cui credi e a cui uniformi il tuo modo di essere?
Quelli classici, che sono quelli cui dovremmo uniformarci tutti: la famiglia, l’amicizia e l’onestà.
La famiglia, anche se spesso è tetro di contrasti, è il nostro porto sicuro, sempre. E poi gli amici, che ti aiutano sempre. Sono fortunato, ho diversi amici, non moltissimi, ma mi sono sempre tutti accanto nei momenti importanti della vita. Quando ho qualche problema fortunatamente so sempre chi chiamare, ma anche quando ho qualche gioia da condividere.
Devo dire che sono fiero del cammino fatto finora; certo, ho fatto qualche errore, ma sono stato sempre stato coerente e onesto con me stesso e con gli altri..
L’onestà verso me stesso, non tradire mai le mie aspettative e quelle delle persone che amo, questa è la mia vera grande scommessa.
a cura di Anna Bruno
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