CIRO ESPOSITO molto noto come attore del panorama cinematografico e delle fiction nazionali, si presenta al pubblico con le sue opere pittoriche, sottolineando la sua passione verso l'Arte della pittura, dove si denotano le sue polivalenti sfaccettature artistiche, e i suoi molteplici talenti. Supportato dall' amico di vita e pittore Alfredo Troise con alcune opere, CIRO ESPOSITO espone, dando vita forse ad un nuovo percosrso nell'ambito dele ARTI, che hanno sempre affiancato il percorso evolutivo dell' attore che tutti conoscono, percorrendo un cammino sempre piu preciso e delineato.
CIRO ESPOSITONOTE BIOGRAFICHE
Ciro Esposito nasce a Napoli il 26 ottobre del 1981 sotto il segno dello scorpione. La sua è un’infanzia contrassegnata da subito dal teatro, che impara ad apprezzare e ad amare, dapprima seguendo le rappresentazioni teatrali della compagnia amatoriale dei genitori, e poi partecipandovi attivamente all’età di soli 6 anni.Si appassiona per lo più al teatro napoletano, rappresentando alcune delle più importanti commedie di Eduardo Scarpetta e di Eduardo De Filippo, mostrando da subito una spiccata predisposizione naturale verso la recitazione.Ed è proprio grazie all’esperienza teatrale che comprende la propria passione verso l’arte della recitazione che lo porta per puro caso nel 1990 ai provini del film “Io speriamo che me la cavo” per la regia di Lina Wertmuller, la quale ha rinvenuto nella sua recitazione la naturalezza e la spontaneità che ricercava,e per la quale ha interpretato il ruolo di Raffaele Aiello, bambino ribelle che vive la propria infanzia in un contesto sociale e familiare difficile.Inizia dunque così la sua carriera, a soli 9 anni, con un ruolo impegnativo e da protagonista che gli dona non solo una grande esperienza professionale e umana ma anche una moderata dose di notorietà, che lo porta a lavorare l’anno seguente con i fratelli Taviani per il film “Fiorile”, nel quale interpreta un ruolo completamente diverso da quello precedente, lontano dalla napoletanità che aveva segnato gli inizi della sua carriera.Nel contempo Ciro continua gli studi nella propria città, pur essendo seguito durante le riprese da tutors, ed anche in ambito scolastico egli mostra un interesse maggiore verso le materie artistiche, esibendo una grande predilezione verso il disegno e l’arte in genere, altra propensione ereditata del padre, il quale si diletta a dipingere e a modellare la ceramica.Il 1992 è un anno importante per Ciro, il quale riceve la proposta di lavorare per un film di Renzo Martinelli “Sarah sarà”, un film sul razzismo, sulle diversità, nel quale interpreta il ruolo di un bambino cresciuto troppo in fretta e senza punti di riferimento, che sogna di tornare nella sua città d’origine:Capri. Le riprese, che lo porteranno lontano dalla famiglia per molto tempo, sono state girate per gran parte in sud Africa, paese del quale resterà incantato e che segnerà quella che sarà la propria ispirazione artistica per il futuro.La carriera di Ciro Esposito è iniziata quindi con il cinema, il 1993 è l’anno della svolta, lavora per la prima volta in una fiction, ”Amico mio” per la regia di Polo Poeti, riprendendo un po’ il personaggio storico di “Io speriamo che me la cavo”.La fiction sarà importante nella sua carriera, difatti Ciro lavorerà per molto tempo in alcune delle più importanti fiction Rai, come “Uno di noi” per la regia di Fabrizio Costa, ambientata in un orfanotrofio, nella quale interpreta il ruolo di un ragazzo particolarmente sensibile, che non riesce ad essere adottato da nessuna famiglia a causa della sua condotta e del suo temperamento.Ciro Esposito viene seguito costantemente dai genitori durante le riprese dei film e tutti gli spostamenti che ne conseguono, la famiglia sceglie di continuare a vivere a Napoli, anche se egli è costretto a vivere a Roma per circa un anno a causa delle riprese di “Uno di noi” , Ciro sceglie quindi di continuare gli studi nella sua città natale iscrivendosi al liceo artistico, seguendo la sua passione per il disegno, e sarà durante il liceo che scoprirà in seguito la propria passione per la scultura.La sua carriera nel cinema prosegue con “Porzus” per il quale lavora nuovamente con il regista Renzo Martinelli, che aveva riscontrato in lui un grande talento e con il quale instaurerà un ottimo rapporto umano oltre che professionale. “Porzus” è un film sulla guerra, sulla resistenza, che contrassegna la sua crescita artistica.Successivamente ha la fortuna di lavorare con uno dei suoi attori di riferimento, Sergio Castellitto ne “il priore di Barbiana” per la regia dei fratelli Frazzi , storia tratta dalla biografia di Don Lorenzo Milani.Contemporaneamente Ciro continua a recitare nella compagnia teatrale dei genitori, contrapponendo ai ruoli solitamente marcatamente drammatici che interpreta nelle fiction e nei film, a ruoli comici e ironici tipici della commedia napoletana, mostrando grande umiltà e restando dell’opinione che il teatro può regalare ciò che il cinema e la televisione non può dare, e che può insegnare sempre qualcosa in più per migliorarsi.Continua la propria collaborazione con la rai per la fiction “Lui e lei”, nella quale riprende un po’ il ruolo già interpretato in “uno di noi” , esperienza che perdurerà per due serie consecutive e così anche per la prima e la terza serie di “Un prete tra noi” con Massimo Dapporto.Ben presto ritorna al cinema con Carlo Vanzina, interpretando ruoli più ironici nei film “Vacanze di Natale 2000” e “E adesso sesso”, esperienze completamente diverse da quelle precedenti che mostrano la propria duttilità e polivalenza.Giunto alla soglia dei vent’anni Ciro sceglie di proseguire comunque gli studi, nonostante i successi che sta vivendo, si iscrive quindi all’accademia delle belle arti con indirizzo scultura e intraprende un proprio cammino artistico che trae ispirazione dalla propria esperienza africana, con sculture ed immagini che riprendono il deserto, la popolazione africana e le loro condizioni di vita nel mondo attuale.Ma lo studio non lo distoglie dal lavoro e dalla propria passione per la recitazione, riprende quindi a recitare per diverse fiction rai, come “Casa famiglia”, prima e seconda serie, e una piccola partecipazione in una puntata di “La squadra” per rai tre, incontro che anticiperà la sua futura collaborazione con la stessa fiction.Seguono importanti interpretazioni al fianco di grandi attori italiani, come Alessandro Gassman in “La guerra è finita” per la regia di Gasparini , “Orgoglio” con Barbara D’Urso e la fiction “Don Matteo” per la regia di Giulio Base.La grande occasione arriva nel 2004 con “Il grande Torino” per la regia di Claudio Bonivento, nel quale interpreta un ruolo da protagonista al fianco di Beppe Fiorello, Remo Girone, Michele Placido, Tosca D’Aquino, Gabbriella Pession, per citarne alcuni.Ne “Il grande Torino”, che narra la storia della grande squadra che scomparve nel 1949 a seguito dell’incidente aereo che vide le loro vite perdersi sul colle di Superga, interpreta il ruolo di Angelo, un ragazzo napoletano emigrato a Torino con la passione per il calcio e per il Toro, fortemente ostacolato dalla famiglia, che alla fine riesce ad entrare nella sua squadra dei sogni evitando miracolosamente la tragedia che ne conseguì.Importante interpretazione questa per Ciro Esposito che ne segna la maturità ormai raggiunta e la grande professionalità acquisita in seguito alle tante esperienze negli anni, personaggio che mette in mostra anche le sue doti calcistiche e la sua passione per questo sport. Un notevole riconoscimento ottenuto per questa fiction, è l’oscar tv come miglior fiction dell’anno.Ciro sceglie nonostante quest’ultimo successo di continuare a vivere a Napoli, innamorato della propria città e fortemente legato alla propria famiglia, la lontananza da Roma e quindi dal fulcro della produzione cinematografica e televisiva non gli comporta difficoltà lavorative, e nel 2005 ecco presentarsi un’altra grande occasione con “L’inchiesta”, una fiction in due puntate per la regia di Giulio Base, interamente girata in Tunisia e in lingua inglese, la storia riprende le vicende di Gesù e l’inchiesta che conseguì la sua morte. Ciro interpreta il ruolo di Davide, fratello di santo Stafano, uno dei seguaci del Messia, al fianco di Daniele Liotti, Dolph Lundgren, Murray Abraham , Monica Cruz, Max Von Sydow e Ornella Muti.Ecco ancora tornare la fiction tra le esperienze principali che segnano la sua carriera, lo vedremo nel cast di “Eravamo quasi in cielo” per la regia di Luigi Calderone, dove interpreta il ruolo di un giovane pittore futurista unendo così le sue due passioni più grandi, l’arte e la recitazione,.Sarà inoltre nel cast di “Un posto al sole d’estate” per due serie consecutive, e di “Liberi di giocare” per la regia di Francesco Miccichè con Pierfrancesco Favino e Isabella Ferrari.Attualmente è nel cast dei protagonisti de “La nuova squadra”, ambientato nella propria città, nella quale interpreta il ruolo dell’agente Federico Coppola, poliziotto dai profondi principi morali il quale vive un rapporto di grande conflittualità con il fratello, coadiutore di uno dei clan camorristici più grossi e imponenti della città.Lo ritroveremo nel cast de “la squadra” ancora per la seconda serie, durante la quale il suo personaggio si evolverà sia nelle vicende personali che i quelle lavorative.A novembre sarà protagonista in prima serata su rai uno nel tv movie “Le ali”, per la regia di Andrea Porporati, nel quale interpreta il ruolo del sottotenete Gianfranco Paglia, medaglia d’oro al valore militare, film tv interamente ispirato alla storia dell’eroe della folgore che fu gravemente ferito alla spina dorsale durante la missione IBIS in Somalia, il 2 luglio 1993, ferita che lo costringe tutt’ora su una sedia a rotelle.Il film tv è dunque diviso in due momenti completamente diversi della vita dell’eroe, uno d’azione l’altro di recupero della propria fisicità, che si congiungono in un unico grande messaggio: “L’uomo non esiste veramente che nella lotta contro i propri limiti”.Personaggio quello di Paglia, difficile e al contempo gratificante, per il quale l’attore ha dovuto realizzare un vero e proprio lavoro sul personaggio, entrando in un mondo a lui lontano, quello dei disabili, incontrandosi anche spesso con il vero protagonista della storia per coglierne l’essenza e rendere al meglio il personaggio.Successivamente nel film”Mannaggia la miseria!”, per la regia di Lina Wertmuller , dopo anni il piacevole ritorno al cinema e ritrovo con la regista che lo ha tenuto a “battesimo”.In conclusione possiamo affermare che quel bambino che giocava a fare l’attore ora è un uomo che continua a giocare a fare l’attore, con la passione di sempre e la consapevolezza che è questa la strada da seguire.