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Antonio Pompa Baldi ...la magia della musica..in esclusiva
L’intervista esclusiva a Antonio Pompa Baldi...la magia della musica...
Come nasce la Sua carriera artistica di pianista?
Per caso. Nessuno in famiglia suona uno strumento. Quando avevo tre anni, i miei genitori si imbatterono in un concerto per piano e orchestra in televisione, e si resero conto che quei suoni mi avevano ipnotizzato. Per me fu l’inizio di tutto. Poi gli studi, lunghi e impegnativi, i concorsi, e la decisione di fare della musica la mia vita.
Lei nasce e cresce a Foggia e poi si trasferisce negli Stati Uniti d’America a Cleveland , ci spiega le motivazioni di questa scelta?
Ho viaggiato prima e molto in Italia ed Europa, per concerti, corsi, festival e concorsi, poi ho partecipato al Cleveland International Piano Competition, e l’ho vinto. Ho subito capito che qui c’erano moltissime possibilitá in più, e soprattutto che la meritocrazia non era solo un sogno, ma che qui esisteva, ed esiste, davvero.
Lei ha collaborato con grandi musicisti e direttori d'orchestra come Hans Graf, James Conlon, Louis Lane, Keith Lockhart, e Miguel Harth-Bedoya; ci racconta brevemente che influenza hanno avuto queste esperienze artistiche sulla Sua crescita professionale?
La lista é molto lunga, tanti sono i direttori con cui ho condiviso momenti di musica meravigliosi, e da cui ho appreso molto. Direi peró che i concerti fatti con Louis Lane sono stati i più influenti. Il maestro Lane é una leggenda, é stato per molti anni il direttore residente della Cleveland Orchestra quando il direttore musicale era George Szell, e molti artisti, tra cui Glenn Gould, lo preferivano a Szell. Da lui ho appreso molto, in prova e in concerto, soprattutto suonando Schumann e Mozart.
Lei è il membro fondatore e docente del Todi International Music Masters, un festival estivo in Italia, e si trova nelle giurie dei più prestigiosi concorsi pianistici del mondo, tra cui la Cleveland International Piano Competition, la Hilton Head Piano Competition, l’ Edvard Grieg International Piano Competition a Bergen, in Norvegia, e il San Jose International Piano Competition; che cosa rappresentano queste esperienze?
Mi sono reso conto dall’inizio delle mie esperienze come membro di giuria che il compito é difficilissimo. Per me, peró, queste esperienze rappresentano la possibilità di affermare con convinzione, attraverso il mio voto, che i pianisti devono essere prima di tutto musicisti, non possono essere solo pianisti, pensare solo alla perfezione meccanica. Io mi emoziono e mi commuovo attraverso i suoni, e intellettualmente mi coinvolgo quando chi suona mi mostra l’architettura ed il significato di ciò che esegue. Aggiungiamo il carisma, ed il cocktail é fatto: il mio primo premio ideale. Per quanto riguarda il festival di Todi, trovavo che altri festival in Italia, dove sono stato docente ospite, fossero organizzati male, e comunque senza tenere a mente le cose più importanti come la qualità dei pianoforti, la bravura di tutti i docenti, e un minimo di “teutonicitá” nell’organizzazione. Allora ho pensato di organizzare il mio proprio festival, non perché io sia perfetto, ma perché io ci tengo per davvero.
Quali saranno i Suoi prossimi impegni musicali ?
Tra qualche giorno suono il Concerto in la minore di Respighi, un brano meraviglioso e troppo poco eseguito. Poi andrò in Messico come giurato in un concorso, e subito dopo ho due sessioni di registrazione alla Steinway di New York. Sto inoltre preparando i due Concerti di Brahms e un programma dedicato a Liszt e Anton Rubinstein. Gli appuntamenti sono molti. In maggio per esempio faró un’altra tournée in Cina.
Lei insegna alla facoltà di pianoforte della Cleveland Institute of Music; come ritiene l'esperienza dell’insegnamento?
Ho iniziato a insegnare da giovanissimo, e ho scoperto che mi piace moltissimo e mi appassiona, e inoltre molte cose che si fanno per istinto si chiariscono e cristallizzano a me per primo quando devo spiegarle ad altri.
Lei nel gennaio del 2015, si è esibito al primo Lang Lang International Piano Festival a Shenzhen, Cina; cosa ha rappresentato questa esperienza per Lei? e ci racconta brevemente le differenze da Lei rilevate nell’organizzazione dei concerti tra la Cina e l’Italia?
Ho avuto l’onore di essere invitato da Lang Lang personalmente al suo festival, e successivamente di insegnare alla sua accademia. In Cina c’é un entusiasmo incredibile per la musica classica, e tantissimi giovani che vanno ai concerti. Gli artisti sono ammirati e rispettati, e l’organizzazione in generale é impeccabile.
Lei ha altre passioni artistiche oltre alla musica ?
A parte la scrittura, per la quale però non ho più tempo, purtroppo, da qualche anno mi sono appassionato all’ingegneria del suono, alle tecniche di registrazione del suono e di tutte le operazioni di editing, al punto che spesso registro i miei dischi in completa indipendenza, effettuando tutte le operazioni dalle riprese del suono al mastering. Trovo che questo sia un processo veramente artistico, creativo. Faccio mie le tesi di Glenn Gould che considerava il tutto come una serie di passi che tutti insieme davano forma all’interpretazione dei brani stessi da lui eseguiti, in cui l’esecuzione era solo un punto di partenza.
Che cosa consiglierebbe ai giovani che vogliono intraprendere la carriera di musicisti ?
Se per carriera di musicisti intendiamo il concertismo internazionale, suggerirei prima di tutto di essere molto autocritici e valutare onestamente se si possiedono il talento, la capacità di lavorare tanto e duramente, ed i nervi saldi. Qualora tutti gli ingredienti fossero presenti, allora la parola d’ordine é “perseveranza”.
Quali sono i suoi sogni nel cassetto?
A dire il vero, per mia fortuna, quelli che avevo nel cassetto si sono realizzati. Ora vorrei solo continuare a sostenere questi ritmi e proseguire nello studio di molte opere che non ho ancora suonato, ed avere la possibilità di continuare ad esibirmi sui palcoscenici di tutto il mondo.
A cura di Katiuscia Verlingieri
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