DI CHI PARLIAMO
Alexandro Bonanno
nato il primo giorno dell’anno …, precisamente dell’anno 1988.
La coincidenza ben si presta alla considerazione che si sia trattato di un ottimo ingresso nella vita!
Ti dico subito che è stato un amore sbocciato molto tardi, ma, come tutte le cose che si fanno desiderare, quando è arrivato è stato travolgente. Ora non immaginerei la mia vita senza la scrittura, ma, fino a qualche anno fa, non avrei mai immaginato di definirmi uno scrittore. Scrivere rappresenta per me la voglia di dar vita alle mie fantasie più assurde, come ad esempio la storia di Alexander che, se quel giorno non avessi scritto il sogno fatto, oggi non esisterebbe e sarebbe rimasto l’ennesimo pensiero bizzarro.
Diciamo che il genere ha scelto me. Io credo che i romanzi debbano essere scritti senza paletti di categorie o di generi. Nasce prima il racconto, poi il genere a cui appartiene si vedrà a opera conclusa. Quando scelgo un buon libro, mi baso su due principi: che sia ben scritto, e lo si capisce da qualche rigo, e dall’originalità della storia. Il genere è l’ultima cosa.
Quale ricaduta ha avuto su di te il percorso realizzato come scrittore?
Il buio dell’anima parla di un ragazzo, Alexander, che si trova a vivere la sua vita e le sue avventure. Il Diavolo è un protagonista, ma non nel modo in cui purtroppo lascia intendere la trama. Non c’è nulla di satanico intorno alla sua figura, purtroppo non posso rivelarvi di più perché rovinerei il gusto della lettura, ma fidatevi. È tutto fuorché satanico. Il buio dell’anima parla d’amore, non è un horror.
Considerando che ho studiato danza classica e moderna fino a sedici anni, che da bambino dipingevo insieme a mia sorella e oggi, appena ho qualche minuto di tempo libero, prendo in mano la chitarra, non posso che dirti di sì! Ho un debole per tutte le forme di arte, in particolar modo la musica.
Credo sia un obbligo verso sé stessi, quindi faccio il possibile per ritagliarmi i miei spazi.
Di Roma, l’immortalità: amo la storia e camminare tra le sue vie era emozionante. Di Milano, la libertà d’espressione nel vestire, nel modo di essere. Torino invece mi rende malinconico, ma forse è un pensiero personale per via del mio vissuto.
Ora come ora, sto concludendo il secondo capitolo della saga di Alexander. Non appena avrò concluso questa trilogia, mi dedicherò a una nuova e avvincente storia; ovviamente dovrà lasciare con il fiato sospeso, proprio come questa.
Credo di essere un ragazzo molto semplice che ama la vita. Mi piace viaggiare e godere delle bellezze del mondo. Sono sempre disponibile per i miei amici e in amore mi piace stupire la persona che amo. Sono po’ egocentrico forse, ma nessuno è perfetto, giusto?
a cura di Anna Bruno
“Era bello risvegliarsi nel proprio letto. Vedere fuori dalla finestra i tetti di Triora mi aveva fatto rendere conto di quanto mi fosse mancato il mio paese. Finalmente sentivo la gente per le vie borbottare in italiano anziché in francese quasi intraducibile. Guarda i l’ora sul telefono: le dodici e quattro minuti. Wow avevo dormito così tanto?”
“Chiudo gli occhi ogni giorno immaginando come sarebbe andata, cosa sarebbe successo se, invece di me, il destino avesse scelto qualcun altro.”
Buona lettura.
Sito web dell’autore: http://www.alexandrobonanno.com/