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25/03/2015
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Bando CINECI' 2023 - Corti Cultural Classic 2023 per la sezione Carnevale al vincitore un premio di 2000 euro
01/12/2022
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Per la RUBRICA "Le buone letture" - LA VARIABILE UMANA di Elisabetta Stragapede
25/11/2022
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13/01/2023
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12/01/2023
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10/01/2023
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Il Premio Magnus Aureus della Fondazione Totò Morgana sceglie Villa Rendano di Cosenza La Spiga d’Oro premierà le eccellenze della Scienza e della Cultura con l’attore Totò Cascio
04/01/2023
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L'attrice Francesca Borriero: "I personaggi che ho avuto modo di interpretare li ho sempre avvicinati tutti al punto da sentirli molto vicini a me ma non c’è dubbio che in alcuni casi sia più semplice ed in altri meno. "
03/01/2023
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Anita Artura Agresta e l'Arte "sensoriale"
Anita Artura Agresta e l'Arte "sensoriale"
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Le sue opere sono espressione di una sua corrente artistica individuale basata sull'analisi e la comprensione degli stati emotivi e le formazioni psichiche:come nasce questa esperienza artistica?
Personalmente non saprei se definire “esperienza artistica” qualcosa che alberga dentro di me e che si attua in maniera del tutto spontanea. Ho sempre vissuto gli eventi che hanno caratterizzato la mia vita con un forte impatto viscerale lasciandomi assorbire completamente da essi. Lo considero un modo per esorcizzare quelli più destabilizzanti tra essi - modo che risana i loro effetti e li converte sott’altra forma (artistica). Le finalità complessive della mia esperienza artistica hanno sempre teso verso l’ evidenziazione dei processi metamorfici sia semantici che rappresentativi dei contenuti psichici individuali.
Le sue opere , osando, si potrebbero quasi definire come“arte sensoriale”; Lei è d’accordo ?
Il mio intento in alcune delle mie opere è quello di stimolare più percezioni possibili nell’osservatore, specie la sensibilità tattile. Quest’ultima più volte viene trascurata dando spazio in maniera quasi scontata solamente alla sensibilità visiva ed uditiva. Personalmente mi piace scatenare nello spettatore una sorta di “disagio” mettendolo alla prova con un senso spontaneo e naturale come il tatto, che in alcuni casi può rivelarsi complesso o addirittura ostico.
Tante importanti partecipazioni a eventi artistici e mostre : ci racconta brevemente la Sua esperienza artistica più rilevante?
Ogni tappa della mia esperienza artistica credo sia stata basilare, in quanto mi ha permesso di misurare ogni volta, in maniera different,e le mie capacità, svelandomi nuove possibilità di approccio con lo spazio. Probabilmente, quella che considero più rilevante è stata la mia prima personale nel 2014 “Sew Up” (che significa “ricucire”), presso la Galleria Essearte di Napoli. E’ stato entusiasmante verificare l’impatto emotivo dell’osservatore con i lavori esposti. Si trattava infatti di “rammendare”, un percorso, che descrivesse in maniera lineare le opere più significative presentate per tale occasione.
A cosa si sta dedicando attualmente e quali sono i Suoi futuri progetti artistici?
Attualmente sto lavorando a una serie di installazioni basate sugli archetipi della memoria, dello sconosciuto e dell’ignoto, dove materialmente vengono a integrarsi dipinti su carta e fotografie, accompagnati a loro volta da elementi personalissimi. Per il futuro mi auguro di potermi confrontare con realtà sempre nuove e stimolanti.
Dolci ambiguità dislocate
Durante gli anni della formazione accademica, tra il 2005/2010, insieme ad altri artisti, contribuisce alla nascita del Gruppo Artistico “Naban”: che cosa ha rappresentato questa esperienza per La Sua carriera artistica?
Beh, sicuramente è stata una tappa che ricordo con molto piacere e che mi porta indietro nel tempo. Vissuta nella spensieratezza degli anni universitari insieme a persone con le quali sono tutt’ora in contatto. Sono stati anni dettati dalla voglia di confrontarci con l’esterno: volevamo metterci alla prova al di fuori delle mura accademiche, che in qualche modo ci facevano sentire al sicuro ed allo stesso tempo isolati. Naban mi ha fatto crescere umanamente e professionalmente, aiutandomi a comprendere il senso sociale dell’azione artistica. Credo che le accademie dovrebbero favorire i processi di inserimento e orientamento al mondo del lavoro, nonché i rapporti e le relazioni degli artisti con i soggetti privati del mondo dell’arte ( gallerie, fondazioni, curatori , critici ecc.).
Quale artista contemporaneo le piacerebbe conoscere per poi ideare un’opera insieme ?
Questa è una bella domanda! Vivo sempre una sorta di disagio di fronte a una domanda che ti impone di scegliere tra varie cose, tipo qual è la tua opera preferita ecc. Sinceramente non saprei come rispondere poiché ci sono moltissimi artisti che stimo, conosciuti e non. Quindi andando per intuito e per empatia mi sarebbe piaciuto collaborare con una grande artista scomparsa nel 2010: Louise Bourgeois, i cui lavori hanno sempre suscitato in me grande interesse e verso cui percepisco una certa affinità in merito ai temi trattati riguardanti la sfera della psiche e della sessualità.
Lei ha affermato :“
Ritengo le immagini oniriche come dei semi di germoglio,che trasferiscono dei codici attraverso il loro prolificare durante il sonno”
; che influenza ha questo Suo pensiero sulle sue opere?
Più che un’influenza, è il principio sul quale si basa gran parte della mia ricerca artistica. Trovo molto stimolante scavare nel proprio archivio onirico. L’uomo è una fonte inesauribile di immagini, che macina durante la sua esistenza, ha la capacità di elaborarle trasformandole sempre in qualcosa di nuovo.
Self Portrait
Se Lei si dovesse definire artisticamente, cosa direbbe?
Non amo particolarmente le definizioni. Credo che esse pongano limiti all’immaginario sconfinato di un’artista, se cosi lo vogliamo chiamare. Dico questo in quanto l’operato di un’artista di volta in volta subisce varie evoluzioni e trasformazioni. Non credo possa esistere una parola che contenga tutto questo.
Lei si è diplomata in Oreficeria e Metalli e poi ha intrapreso gli studi universitari presso l’Accademia Delle Belle Arti nella sezione Pittura, per poi specializzarsi, nel settore Grafica D’Arte; ritiene determinante il suo percorso di studi nella sua scelta artistica di creare opere attraverso l’utilizzo combinato di diversi mezzi espressivi (pittura, disegno, istallazione, fotografia) ?
La pittura, di certo, è il mezzo espressivo che più mi rappresenta. Ma non escludo nuove possibilità di sperimentazione attraverso materiali e mezzi differenti. Trovo che sia sempre necessario collaudare nuove e diverse prospettive visive.
Il suo sogno segreto nel cassetto?
Se è un sogno segreto nel cassetto, o resta segreto o non è tale!
Katia Verlingieri
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