DI CHI PARLIAMO
Alessio Chiodini
L’Accademia di recitazione "Teatro Senza Tempo", presso la quale ti sei diplomato, ti ha visto muovere i primi passi per acquisire strumenti e tecniche fondamentali per diventare un attore: quali ricordi porti di quel periodo e dei Maestri che ti hanno guidato?
Di ricordi legati al periodo in cui ho studiato nell'accademia “ Teatro senza tempo” ce ne sono parecchi, soprattutto per il fatto che questa scuola adotta una politica , molto giusta a mio avviso, che prevede l'abbinamento al percorso didattico di numerose produzioni teatrali che consentono all'allievo di crescere più velocemente attraverso l'esperienza maturata sul campo, dando anche la possibilità di stringere dei legami molto forti con i compagni di corso, che lasciano dei segni indelebili. Per quanto riguarda il mio rapporto con gli insegnanti è sempre stato molto buono con tutti, di stima e rispetto per il ruolo, ma con uno in particolare c'è stata da subito una forte sinergia e una grande fascinazione : sto parlando di Antonio Nobili ( insegnante, ma soprattutto direttore dell'accademia “ Teatro senza tempo” ), colui che più di tutti mi ha insegnato i segreti di questo mestiere, sia dentro che fuori la scena, diventando un maestro per me, colui che mi ha mostrato la via per far sì che questa passione potesse diventare un lavoro . La cosa sorprendente è che abbiamo solo 5 anni di differenza, quindi tra noi è nata un amicizia che credo non morirà mai.
Quando ti sei reso conto di avere e voler coltivare la passione per la recitazione?
- La “fiamma” , per cosi dire, si è accesa quando avevo all'incirca 14 anni ; in quel periodo frequentavo la terza media e la mia professoressa di Lettere, amante del teatro, decise di farci mettere in scena, in occasione delle festività natalizie, “Natale in casa Cupiello” di Eduardo De Filippo. Inizialmente non ero molto interessato alla cosa, ero preso più da un'altra mia grande passione, il calcio, che all'epoca coltivavo con grandi ambizioni giocando in una squadra di quartiere. Quando lessi il testo mi piacque da subito e mi proposi per il ruolo di protagonista : Luca Cupiello (Eduardo) . Avvantaggiato da una vaga conoscenza del dialetto campano ( i miei nonni materni sono di Salerno), venni scelto per il ruolo …
… aggiudicandoti il premio come migliore attore protagonista: quale significato hai attribuito a quel tuo primo premio?
Sì, lo spettacolo andò talmente bene che venne proposto per un concorso al Teatro Quirino di Roma e vincendo quel premio come migliore attore protagonista capii che questa doveva essere una strada da percorrere con decisione.
Sei stato impegnato in numerose produzioni teatrali, venendo così a contatto con eccellenti personalità artistiche: quali influenze hanno avuto su di te?
- Come dicono in molti, questo è un mestiere dove regna l'arte del “rubare”, naturalmente non nel senso materiale del termine, bensì nel saper apprendere qualcosa da ogni collega con cui hai modo di interagire ; che sia blasonato o meno, ognuno ha qualcosa da esprimere e a volte, facendolo a modo suo , ti porta comunque un insegnamento. Io naturalmente non mi sono mai sottratto a quest' “arte” e ho cercato di imparare e crescere ogni volta che mi si è presentata l'opportunità, sia sulla scena che davanti alla macchina da presa, riuscendo così anche a misurarmi con personalità che, magari in quel momento, si trovavano ad un livello superiore al mio.
Anche il pubblico televisivo ha avuto modo di conoscerti in vari ruoli e, attualmente , sei sul piccolo schermo nel cast di "Un posto al sole", nel ruolo di Sandro Ferri. Tra i personaggi interpretati, ce n'è qualcuno che ti ha particolarmente coinvolto in termini emotivi per affinità personali?
Tra i ruoli, che finora ho interpretato per la televisione, sicuramente quello più vicino a me è stato, per caratteristiche , Lorenzo della fiction “La ladra” : figlio di Eva ( Veronica Pivetti), è un ragazzo solare , sempre con la battuta pronta, un po' sfrontato, ma con le sue insicurezze, personaggio che porterò sempre nel cuore anche perché riguarda la mia prima vera esperienza di un certo calibro su un set televisivo e con lui mi sono presentato al pubblico per la prima volta . A livello emotivo, però, devo dire che Sandro di “ Un posto al sole” mi sta coinvolgendo parecchio: il suo è stato un percorso di vita molto difficile, con momenti di cedimento importanti, come la depressione ed il tentato suicidio, spettri che comunque porta sempre con sé, ma che sta cercando di superare con forza, anche se il suo rapporto con il padre, fatto di numerosi scontri e rivendicazioni, spesso non aiuta.
La tua prima esperienza sul grande schermo è stata accanto Christian De Sica: quale ricaduta ha avuto su di te quell'esperienza?
“Vacanze di Natale a Cortina” è stato per me il raggiungimento di due sogni : il primo quello di esordire sul grande schermo, essendo stato scelto da uno dei più grandi registi della commedia all'italiana (Neri Parenti ) , e per un ragazzo che viene dalla gavetta come me non è poco ; il secondo di averlo fatto al fianco di uno dei miei miti, Christian De Sica, che adoro da quand'ero bambino e al quale spesso mi sono ispirato in ruoli comici che ho affrontato . Dico sempre che per me aver avuto la possibilità di recitare con lui equivale ad una partita di calcio al fianco di Francesco Totti e chi mi conosce sa cosa intendo.... ricevere poi i suoi complimenti e i suoi consigli è stato un motivo di grande gioia ed emozione : esperienza indimenticabile.
Ci parli della tua partecipazione al film "Ma tu di che segno 6?"' per la regia di Neri Parenti?
In “ Ma tu.. di che segno 6” mi trovo all'interno dell'episodio che vede protagonista Vincenzo Salemme, geloso padre, comandante dei carabinieri che convoca in questura segretamente ogni possibile spasimante della figlia; in questo caso becca il povero Gallo ( ragazzo interpretato da me ) che, senza sapere il motivo, si ritrova in questura a dover dare spiegazioni sulla sua frequentazione con la figlia del comandante. Piccolo ruolo ma divertente, che anche in questo caso mi ha dato la possibilità di lavorare con un altro mostro sacro del teatro e del cinema italiano come Salemme, del quale mi ha colpito una mimica straordinaria.
Quali altre passioni coltivi oltre la recitazione?
Come già anticipato nelle risposte precedenti, sono un malato di calcio, in particolare della mia squadra del cuore, la Roma, che quando posso cerco di seguire allo stadio, anche se spesso i nostri impegni coincidono ( in occasione degli spettacoli domenicali ). Per il resto, sono un discreto giocatore di playstation, anche se vado a periodi; esco spesso con i miei amici (pochi ma buoni) e con la mia ragazza, con la quale amo fare delle lunghe passeggiate per il centro della mia meravigliosa città.
Hai le idee chiare sul tuo futuro e sui prossimi progetti umani e artistici?
Il mio unico progetto è quello di poter fare questo mestiere per tutta la vita, riuscire un giorno a metter su una famiglia grazie a questo: non sarà facile, ma ci proverò fino alla fine. Con il tempo ho imparato che è un 'altalena : una volta stai su e una stai giù, la chiave sta nel riuscire a mantenere l'equilibrio e cercare di non cadere mai.
a cura di Anna Bruno