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Intervista a Francesca Garofalo 1° Premio per la Narrativa al XVII° Premio letterario internazionale Napoli Cultural Classic
10/06/2022
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07/06/2022
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17° Premio letterario internazionale NCC - Bando 2021/2022
23/11/2021
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Ornella Muti, la vera diva mancata del cinema italiano
08/08/2022
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20/07/2022
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19/07/2022
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INTERVISTE ESCLUSIVE NAPOLI CULTURAL CLASSIC: Gigliola De Feo
DI CHI PARLIAMO
GIGLIOLA DE FEO
Dopo aver brillantemente presentato la Cerimonia di premiazione dell'XI edizione del Concorso Internazionale Artistico Letterario Napoli Cultural Classic, l'attrice Gigliola De Feo torna sulla scena degli eventi associativi, questa volta per dare il suo tocco prezioso alla serata "Teatro e Moda sotto le stelle " di sabato 14 maggio 2016, presso le Basiliche Paleocristiane di Cimitile.
GRAZIE; GIGLIOLA!
Laureata in Scienze Politiche, indirizzo Politico-Sociale, sei giornalista pubblicista iscritta all’Ordine dei Giornalisti della Campania: quanto spazio occupa nella tua vita questo tipo di lavoro che sappiamo bene essere molto impegnativo?
Pur avendo dedicato, in passato, molto del mio tempo al lavoro di giornalista, non è il mio impegno primario, ma ci torno ogni volta che ritengo sia necessario difendere e affermare i principi in cui credo, come quelli che riguardano le questioni femminili, soprattutto quando c'è da condannare le discriminazioni di cui ancora le donne sono vittime. Sono arrivata al giornalismo per raccontare storie, cosa che ho fatto sulle pagine di Metropolis nella rubrica "Dalla parte del torto", per far sentire la voce delle donne che altrimenti sarebbe rimasta inascoltata e ignorata.
Partecipo ancora a corsi di formazione e aggiornamento e "ridivento" giornalista quando gli avvenimenti mi sollecitano a farlo, sempre con lo scopo di fare da cassa di risonanza per problematiche sociali in cerca di una soluzione.
Diplomata presso Percorsi d’Attore – Roma con la direzione Artistica di Giulio Scarpati, da allieva sei diventata poi docente in affiancamento allo stesso tuo Maestro: cosa ci racconti del periodo dedicato allo studio e delle emozioni provate nel passaggio di ruolo?
Il periodo in cui ho studiato a Roma è stato il più esaltante della mia vita: realizzavo il mio sogno!
Non ho avuto solo modo di studiare Teatro e Cinema: ho incontrato me stessa, scoprendo cose che di me non conoscevo e, lungo il nuovo percorso di crescita , ho fatto pace anche con ciò che di me non mi piaceva.
Avevo solo ventisei anni quando Scarpati mi ha voluto al suo fianco come assistente, la prima che decidesse di avere, e l'emozione è stata indicibile. C'erano allievi più grandi di me e io, quando chiamavo l'appello, tremavo dall'emozione, tanto che i primi tempi Giulio si metteva fisicamente di fianco a me, per darmi fiducia. Poi, piano piano, ho acquisito l'autorevolezza necessaria tanto che gli allievi, scherzando, dicevano che temevano più me del maestro!!! In ogni caso, a Giulio Scarpati devo molto, mi ha insegnato tutto quello che so del mestiere di attrice, ed è stato il primo a vedere la "lucina" del sacro fuoco che avevo dentro...
Tante altre docenze per l'insegnamento nel tuo curriculum: una scelta sulla base di attitudini personali o una strada intrapresa per caso?
Sono figlia di insegnante, mia madre è una professoressa di latino e greco, e da piccola pensavo che non avrei mai insegnato. In realtà, oggi posso dire che insegnare recitazione, e tutte le discipline attinenti, mi piace molto, e quando riesco a guidare i miei allievi - bambini, giovani e adulti - fino a farli entrare in un personaggio, quando riesco a fornire loro e a fargli affinare gli strumenti della recitazione, è altamente gratificante per me, e sono soddisfatta come se avessi interpretato un ruolo da protagonista in un film da Oscar! Il fatto è che il mio mestiere è per me una vera vocazione, una chiamata a cui non puoi sottrarti, a cui non puoi che rispondere, come del resto fa ogni Artista. E l'insegnamento del mio mestiere, quindi, diventa per me l'avventura più bella del mondo.
"La Falegnameria dell'Attore" è una tua creatura nata a Napoli lo scorso anno: come sta evolvendo questo progetto artistico?
Ottima evoluzione: in crescita costante, grazie all'impegno con cui svolgo quest'attività insieme all'attore Andrea Fiorillo, amico fraterno, con cui condivido la direzione artistica della scuola.
La Falegnameria nasce come un vero è proprio laboratorio permanente, un work in progress di sé stessi e delle proprie potenzialità artistiche, caratterizzato dall'esplorazione di tutti i possibili percorsi che fanno l'attore. L'idea che sta alla base è che quello dell'attore é un mestiere che si costruisce per ognuno in modo del tutto personale, gradatamente, senza fenomeni da catena di montaggio, bensì come appunto si fosse in una falegnameria, dove si taglia, si lima, si cesella, finché il manufatto non è esattamente come deve essere. Siamo una Scuola diretta da attori per attori, come ce ne sono tante a Roma, mentre a Napoli è più difficile trovarne: eppure, chi meglio di un attore può sapere cosa serve agli attori?
Ben altra creatura, da qualche anno, ti ha costretto a rivedere i canoni di un'esistenza tranquilla! Che ci racconti dell'esperienza di madre?
A mio figlio Niccolò devo il ruolo più bello della mia vita!
Quando è nato, mi son detta: - Da questo momento in poi, non sarò mai più sola-. Quella della maternità è una strada senza ritorno e ciò, in qualche modo, fa paura, ma il "per sempre" non mi spaventa, anzi, mi dà sicurezza, un senso di completezza. Ero sempre alla ricerca di affetto, sentivo prepotente il bisogno del contatto fisico che me lo trasmettesse: l'abbraccio di Niccolò è del tutto appagante, mi regala la sazietà del sentimento.
Impegnata nel sociale per le pari opportunità e a difesa dei diritti delle donne: quale tipo di progettualità sei riuscita a realizzare?
Ho lavorato in passato al Ministero per le Pari Opportunità, e dal dicembre scorso, con l'elezione di Matteo Renzi a Segretario nazionale del Pd, sono stata eletta delegata nell'Assemblea Nazionale del Partito.
Il ruolo di dirigente nazionale che rivesto lo impiego soprattutto per lavorare in direzione delle Pari Opportunità, che significa anche favorire lo sviluppo sociale ed economico del nostro Paese, perché dare opportunità alle donne significa una crescita del Pil non indifferente.
Il prossimo 10 maggio ci sarà il Convegno "La parità che fa la differenza" che ho organizzato proprio per affrontare questa tematica, che dovrebbe finalmente diventare centrale, non più accessoria, per il nostro Paese.
La politica fa parte della tua vita e, in questo momento, sei impegnata in prima persona: come pensi di operare in una società che frappone ostacoli al raggiungimento degli obiettivi, soprattutto se a operare è una donna?
E' vero, le donne sono fortemente penalizzate in politica, a causa degli impegni familiari, oberate di lavoro. Ripeto spesso che "Politica" è una parola di genere femminile, ma in realtà è un mondo al maschile, come del resto maschile e maschilista è anche il Cinema, insomma diciamo che in entrambi i settori mi scontro con l'annosa problematica della questione di genere.
Passi avanti se ne sono fatti, ma mi avvilisco molto quando mi ritrovo ad essere più o meno l'unica donna - e mi capita spesso - agli incontri politici. Devo dire però che i miei colleghi di partito si mostrano disponibili quando chiedo di agevolarmi con gli orari delle riunioni che spesso sono ingestibili per una donna che ha famiglia.
O meglio, quando io li accuso di essere poco attenti alle necessità di genere, loro fanno immediatamente marcia indietro...! Qualcuno dice che quando il numero non sarà più l'obiettivo, avremo la parità vera e si potrà badare alla sostanza e alla qualità di ognuna di noi. Probabilmente è così, ed è per questo che le quote sono secondo me un "male necessario", da considerare come soluzione da adottare temporaneamente
Hai lavorato in televisione, alla radio, in teatro, nel cinema, nella pubblicità: la frequentazione di tali ambienti cosa ti ha insegnato ? e ti ha guidato poi alla scelta di uno di essi in particolare?
Sono molto legata al Cinema, paradossalmente ho incominciato con la pellicola per poi approdare al Teatro, ma li amo allo stesso modo. Il Cinema non è assolutamente più facile del Teatro: entrambi insegnano la disciplina attraverso l'impegno allo studio, al rispetto degli orari e a uno stile di vita improntato al metodo e alle regole.
Anche la televisione mi piacerebbe, se fosse migliore di ciò che invece è diventata.
Tra i tanti ruoli interpretati nel corso della tua carriera, ce n'è stato uno che calzava perfettamente al tuo modo di essere?
A ben pensarci, è stato il personaggio femminile di "Piccoli crimini coniugali", una commedia "nera" diretta da Luca Pizzurro. Lisa era una donna tormentata, un ruolo che mi ha permesso di viaggiare molto in me stessa e lavorare su di me sia come attrice che come donna.
Ricordo che, durante il giorno, mentre facevo la spesa, sceglievo un vestito, leggevo il giornale, mi chiedevo come Lisa avrebbe fatto quella stessa cosa...ho fatto un percorso faticosissimo che mi incuriosiva molto per raggiungere un personaggio molto diverso da me. Ma, come dico sempre ai miei allievi, nella recitazione, più il personaggio è diverso da come l'attore è in realtà, tanto meglio riesce l'interpretazione, perché quel personaggio non ti appartiene e lo impersoni senza remore, senza nulla nascondere, senza tenere per te niente e regalando al pubblico ogni sfumatura.
Poetessa con al tuo attivo numerosi riconoscimenti. Quando hai capito che la Poesia era in te?
Ero bambina e frequentavo le elementari, quando mio padre mi regalò un quaderno dalla copertina rigida gialla, che ancora conservo, perché ci scrivessi le poesie che già amavo comporre. La poesia, proprio come il giornalismo, è uno strumento che uso quando ho urgenza di parlare...
Nel 2009, il tuo libro di poesie "Colpa mia" è stato insignito del Premio Napoli Cultural Classic: cosa ricordi di quella esperienza? e come affronti, anche quest'anno, la presentazione della Cerimonia del succitato Premio?
E' stata una bellissima esperienza. Sai bene che fu una sorpresa per me, perché seppi del premio nell'istante in cui mi fu consegnato: eravate tutti d'accordo, mentre io non ne sapevo nulla e pensavo di condurre la cerimonia e basta, come sempre. Insomma, fu quasi un colpo di scena!
Quest'anno torno a presentare la premiazione - su cui ormai sento di avere quasi una sorta di diritto di prelazione dopo tanti anni! - sempre insieme ad Andrea Fiorillo.
Sono curiosa per natura e mi piace scoprire ogni volta i nuovi talenti premiati, è una meravigliosa occasione di confronto con tanti scrittori e poeti.
Ogni volta ritrovo con gioia la grande famiglia di Napoli Cultural Classic con cui sto bene, e mi sento a casa. Non sono mancata neppure appena nato Niccolò, ricordo che per permettermi di esserci mi fu allestita una vera e propria nursery in camerino, dunque che dire di più?
a cura di Anna Bruno
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