Da Giovedì 17 a Domenica 20 Maggio(orario spettacoli: da giovedì a sabato ore 21.00, domenica 18.30)
alTEATRO IL PRIMOVia del Capricorno 4Colli Aminei, Napoli
ARNOLFO PETRIin"LO SPECCHIO DI ADRIANO"Liberamente tratto da “Memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar Scene ARMANDO ALOVISICostumi ROBERTA MATTERAEffetti sonori MARCO MUSSOMELIAssistente alla regia ANGELA SALES Regia ARNOLFO PETRI
Arnolfo Petri porta in scena al Teatro Il Primo “Lo specchio di Adriano”, l’opera più nota di Marguerite Yourcenar che - in forma epistolare – ricostruisce, in prima persona, la vita di uno dei più grandi imperatori romani “Un istante ancora, guardiamo insieme le rive familiari, le cose che certamente non vedremo più... Cerchiamo d'entrare nella morte a occhi aperti...". Con questi versi scritti dall'Imperatore Adriano, in punto di morte, si chiude “Memorie di Adriano”, sicuramente l’opera più nota di Marguerite Yourcenar che - in forma epistolare – ricostruisce, in prima persona, la vita di uno dei più grandi imperatori romani. Uomo di immensa cultura, amante del bello e dell'arte, della filosofia, curioso viaggiatore, imperatore pacifico e raffinato, Adriano è raccontato dalla Yourcenar partendo dalla sua vecchiaia. A 62 anni, l'imperatore sente avvicinarsi la morte e decide di scrivere una lunga lettera al giovane pupillo Marco Aurelio, destinato a divenire imperatore solo molti anni più tardi. La lettera è un poema d'amore alla vita, evoca ed esalta il vigore della conoscenza, fa brillare nei ricordi i viaggi e le conquiste di un uomo assetato di conoscenza e "costretto" al comando, l'amore per il giovane Antinoo che torna ad illuminare la sua esistenza con una singolare, nuova passione; e poi ancora la disperazione per la sua morte per la quale, “d’ora in avanti ogni cosa avrà un volto deforme”. La riduzione drammaturgica di Arnolfo Petri affonda la sua lente indagatrice sulle ferite dell’anima di un uomo incapace di “sentirsi grande”.Adriano, spogliato di ogni storicismo, diventa solo un uomo come tanti, alla disperata ricerca di un modo per conciliare felicità e dovere, intelligenza e sentimento, desiderio e volontà. Un uomo alle prese con il tramonto della vita e soprattutto con la morte, fine del dolore o inizio della felicità? Note di RegiaIn una realtà dove l’ignoranza ed il vuoto più assoluto delle coscienze seminano indifferenza e volgarità, la vicenda umana di Adriano assume un significato profondo, indicandoci, forse, uno spiraglio di speranza: “Non tutti i nostri libri periranno; si restaureranno le nostre statue infrante; altre cupole, altri frontoni sorgeranno dai nostri frontoni, dalle nostre cupole”».Su una scena vuota, come vuoto è il nostro tempo, attorniato da flebili fiammelle disposte quasi a delineare un percorso, quello della conoscenza, Arnolfo Petri, in abiti candidi, quasi ad interpretare una purezza superstite, ha l’aspetto di un’apparizione, di un fantasma. Quello della nostra umanità residua che disperatamente cerca di sopravvivere a fiumi di idiozia.Uno spettacolo in cui la parola diventa rito celebrato, officiato, quasi funzione mistica. Una eucarestia della parola che salva la mente dalla morte della coscienza. Una coscienza, la nostra, che grida disperata contro il crollo delle certezze alla ricerca di una verità, il nostro destino di esseri umani Infoline: 081 592 18 98info@teatroilprimo.itPrezzo Biglietto: Intero 15 €, Ridotto 10 €, Giovani 8 €